Roma, sempre più passeggini vuoti nell’Italia del futuro

passegginiMille passeggini vuoti a simboleggiare l’Italia del futuro: un Paese senza figli, perché le famiglie non potranno più permettersi di prendersi cura di loro. È questa la singolare forma di protesta scelta da migliaia di cittadini romani, guidati da Gigi De Palo, ex assessore alla Famiglia dell’amministrazione Alemanno e padre di 4 bambini.

Ciò che ha fatto scattare la protesta è stata la decisione dell’attuale sindaco di Roma, Ignazio Marino, di aumentare le tariffe degli asili nido della Capitale e di eliminare gli sconti per chi ha un terzo figlio. “Un aumento deciso ben dopo la chiusura delle iscrizioni – lamentano le famiglie riunitesi in piazza del Campidoglio con i loro bambini e i passeggini vuoti –. Credevamo di non dover pagare nulla per il terzo figlio e invece ci troviamo davanti a un salasso da 100 o 200 euro al mese”. “Ho 4 figli e per il più piccolo pago 2800 euro di asilo – denuncia un papà –: la retta è passata da 0 a 280 euro al mese per 10 mesi. Io sono in cassa integrazione e non basta la mia busta paga da 220 euro”.

I mille passeggini, ha spiegato De Palo, sono la metafore delle attuali difficoltà delle famiglie. L’Italia, infatti, è preda di una crisi demografica dovuta essenzialmente alle ristrettezze economiche dei potenziali genitori che tendono a rinviare sempre più il concepimento dei figli, come dimostrato anche da un recente rapporto del Censis. Una crisi che rischia di divenire inarrestabile, ha evidenziato De Palo, “se la politica non riesce a fare un ragionamento più ampio”.

Per questo, i manifestanti romani sono scesi in piazza anche per inviare un chiaro appello al premier. “Siamo qui per quello che ha combinato il sindaco Marino – dice ancora De Palo – ma il messaggio che vogliamo urlare più forte va a Renzi: non si possono ignorare le famiglie, sono il futuro di tutti noi. Anche il Presidente Renzi è padre di 3 figli, non posso credere che non si renda conto della situazione in cui si trovano oggi le famiglie italiane”.

La “fabbrica degli italiani”, quindi, rischia la chiusura. E le coppie romane intendono proseguire nella loro battaglia finché non verrà ascoltata la loro voce. Contro la decisione di Marino hanno già presentato numerosi ricorsi al Tar. “Noi ci rivediamo a fine mese – annuncia De Palo – quando è prevista la sentenza dei giudici amministrativi che siamo certi elimineranno questa ingiustizia”.

 

Fonte: Corriere della Sera