Roma, uno staff speciale per Pane e Olio: gli studenti del liceo “Russell” si fanno portatori della memoria del sisma d’Abruzzo

emiliano danteAffidare la memoria ai giovani garantisce vita più lunga al ricordo. Ecco il perché della scelta di coinvolgere gli studenti del liceo sperimentale “Bertrand Russell” di Roma nell’organizzazione dell’ultimo appuntamento con Pane e Olio, la rassegna culturale organizzata da Amici dei Bambini, La Pietra Scartata e Vicariato di Roma. Il 6 aprile, infatti, l’incontro è stato dedicato a uno degli eventi che hanno maggiormente segnato la storia recente del nostro Paese: il terremoto che, esattamente 7 anni prima, aveva colpito l’Abruzzo, provocando distruzione, feriti e oltre 300 vittime.

Come omaggio ai partecipanti alla serata, i ragazzi del “Russell” hanno realizzato delle speciali bomboniere fatte di pane e rami d’ulivo, confezionate con della carta velina impreziosita da citazioni di Ennio Flaiano, scrittore originario proprio dell’Abruzzo. Encomiabile l’impegno degli studenti del liceo romano, che si sono attivati come hostess di sala, assistenti personali e istituzionali e addetti stampa dell’evento, sempre supervisionati dallo staff di Ai.Bi. Roma.

Qualche giorno dopo, gli stessi studenti hanno inviato ad Aibinews il loro racconto della serata, dal quale proponiamo alcuni estratti.

I ragazzi ci raccontano in particolare gli interventi, introdotti da Marzia Masiello, di chi ha vissuto in prima persona il dramma del sisma del 2009. Come la 27enne Daniela De Felice che ha ricordato i primi giorni trascorsi nelle tendopoli in cui lo stile di vita a cui è costretto chi ha perso tutto a causa del terremoto permette di unirsi e farsi forza a vicenda. O come Michele Grano del Centro Rampi Onlus, presente nel campo per sfollati di San Vittorino, che ha evidenziato “la capacità di resistere e trarre un valore aggiunto dalle esperienze tragiche che possono segnare per sempre la vita”. “Nelle tendopoli la convivenza è difficile – ha detto il politico Gianni Letta, intervenuto all’incontro -, soprattutto tra persone che non si conoscono affatto e che sono state sparpagliate in seguito al terremoto. Deve trascorrere un periodo drammaticamente lungo prima che la gente possa tornare a vivere la propria vita normalmente”.

Riflessioni nate dalla visione di “Habitat – Note personali”, il docufilm di Emiliano Dante che definisce la sua opera “un atto di speranza, di volontà e di buoni propositi per i futuro”. Un film realizzato con uno stile “a metà tra un documentario e un racconto di finzione – ha spiegato il critico cinematografico Raffaele Rivieccio -, con tecniche particolari come il non-colore, le scene in negativo, i giochi grafici creativi”. Al centro della vicenda, le storie di Alessio, Paolo ed Emiliano, ex compagni di tenda che hanno condiviso la quotidianità per diversi mesi dopo il terremoto. “Un film molto significativo e forte – commentano i ragazzi del “Russel” -, che ci offre una riflessione sul rapporto tra storia personale e collettiva, ma anche sulla trasformazione di uno spazio pubblico e di un singolo individuo”.