Rozzano. Uomo minaccia il suicidio con i tre figli, salvato dal sindaco. I drammi oscurati dall’epidemia

La speranza è che i tre bimbi non vadano in comunità, ma che si trovi per loro una famiglia affidataria

Tragedia famigliare evitata nel milanese, dove il sindaco di Rozzano (MI), Gianni Ferretti, è stato chiamato nella notte di martedì 9 giugno dalle forze dell’ordine perché un uomo minacciava il suicidio, asserendo di volersi buttare dal balcone della sua abitazione, al settimo piano di una palazzina, con i tre figli. Il padre disperato aveva infatti chiesto esplicitamente di essere messo in contatto con lui. Il primo cittadino del Comune alle porte di Milano ha quindi raccontato di averlo convinto a farlo entrare nella casa “dove era barricato“. Ferretti si è prima seduto a parlare con l’uomo che aveva promesso di calmarsi e, dopo aver messo i suoi figli davanti alla tv, quando si è distratto ha fatto entrare carabinieri e vigili, che sono intervenuti.

Uomo minaccia il suicidio. Salvato. Problemi “più grandi di lui”

Un gesto disperato, quello di questo padre, un postino di 43 anni conosciuto nel quartiere come “una brava persona con problemi molto più grandi di lui“, provocato probabilmente dall’abuso di alcolici e sostanze stupefacenti, cui l’uomo faceva ricorso dopo che era venuto a conoscenza di un procedimento giudiziario che era volto a revocargli l’affidamento esclusivo dei figli, che sarebbero stati poi dati in adozione a una nuova famiglia. Lo stesso sindaco ha raccontato di aver avuto in precedenza due incontri con l’uomo, menzionando come ci fosse stato qualche riferimento a gesti estremi, “ma nessuno credeva che potesse arrivare a tanto. Aveva bisogno di aiuto, ma noi purtroppo non sapevamo come darglielo”.

Uomo minaccia il suicidio: dopo il lockdown emergono i drammi famigliari

La constatazione, amara, è che, finito il lockdown, stanno emergendo, come in questo caso, quei drammi familiari che per troppo tempo erano stati tenuti nascosti, segregati tra le mura domestiche, e oscurati mediaticamente dall’attenzione rivolta all’epidemia da Coronavirus. Un’epidemia che, purtroppo, ha isolato ancora di più le famiglie fragili, lasciate sole a confrontarsi con i propri problemi e fantasmi. La speranza, come sempre dovrebbe essere in casi come questo, è che questi tre bambini non vengano collocati in una comunità, ma che si trovi per loro una famiglia affidataria che li possa accogliere, finché non sia chiarita la loro situazione giuridica.