Sangue innocente: mamma uccide le due figlie di 3 e 11 anni

La tragica scoperta in una “comunità mamma/bambino” di Verona: le due bambine sono morte nel sonno, mentre della mamma, scappata, non ci sono tracce. Una tragedia al momento inspiegabile

A volte (sempre troppe), capitano vicende che non si vorrebbero raccontare. Tragedie davanti alle quali si chiuderebbero volentieri gli occhi e si girerebbe pagina di giornale. Eppure, parlare si deve. Non tanto per “dovere di cronaca”, visto anche il coinvolgimento di due bambini, quanto, soprattutto, perché la tragedia accaduta a Verona, dove una mamma ospite di una comunità mamma/bambino ha ucciso le sue due figlie prima di scappare senza lasciare traccia, tocca nel profondo proprio il senso della nostra missione: dare voce al grido di ogni bambino in difficoltà. Una voce che anche e soprattutto in questo giornale on-line deve trovare risonanza.

Bambine di 3 e 11 anni uccise a Verona e la sparizione della madre

I fatti, purtroppo, sono noti e raccontati da tutti gli organi di stampa: due bambine di 3 e 11 anni sono state trovate morte, nel loro letto, senza alcun apparente segno di violenza, all’interno dell’appartamento che condividevano con la mamma in una casa famiglia mamma-bambino di Verona. Della mamma, una donna cingalese di 34 anni, non c’è traccia e gli inquirenti temono che anche lei possa essere morta.

A trovare le bambine è stata un’assistente sociale della struttura, allarmatasi quando non le ha viste prepararsi per la scuola e non ha sentito alcun rumore provenire dalla loro stanza. L’allarme è scattato immediatamente e, al momento, la madre è l’unica sospettata per l’omicidio, dato che la famiglia era l’unica presenta all’interno della struttura, sorvegliata 24 ore su 24.
Della mamma, però, come detto, al momento non ci sono più tracce, se non una sedia appoggiata sotto la finestra utilizzata per scappare.

Bambine uccise Verona: un grido di dolore soffocato e messo a tacere per sempre

Secondo quanto riporta Il Messaggero, la famiglia si trovava nella struttura dal gennaio 2021, su provvedimento del Tribunale dei minorenni di Venezia che ne aveva disposto l’allontanamento dalla dimora familiare in seguito alle denunce della donna verso il comportamento violento del padre. Denunce che, a quanto pare (e, qui, è il quotidiano di Verona l’Arena a riferirlo), al momento non hanno mai trovato riscontro. Nell’articolo si accenna alla possibilità che la donna temesse che le bambine potessero venire affidate al padre, che ha una grande famiglia alle spalle mentre lei è da sola in Italia. Ma per ora si tratta solo di una ricostruzione giornalistica e a cui bisognerà dare riscontro in seguito.
Le attività della polizia sono incentrate sulla ricerca della mamma, con unità cinofile e l’arrivo di una squadra di sommozzatori che sta scandagliando il fiume l’Adige, mentre ulteriori indizi potrebbero arrivare dal telefonino che pare essere ancora attivo.

Il tempo potrà fornire alcune risposte alle tante domande che ora si affollano alla mente, ma quello che rimane è la tragedia di due giovani vite stroncate, il cui grido di aiuto è stato soffocato e messo a tacere per sempre. E per questo, al momento, non possiamo fare altro che pregare.