Scuola: finestre aperte anche in inverno per scongiurare il pericolo del covid? L’ira dei genitori calabresi

Azzolina: “Basta garantire un ricambio d’aria così come ha stabilito il Comitato Tecnico Scientifico.  Non bisogna tenere sempre le finestre aperte”.

 La scuola nell’era covid sembra essere ogni giorno nell’occhio del ciclone. Tra chi sostiene l’importanza delle lezioni in presenza per i ragazzi e chi  propende maggiormente per la cautela. Chi manifesta perché a favore della didattica a distanza e chi sciopera per il motivo contrario. Insomma per studenti, insegnanti e personale scolastico il momento sembra essere abbastanza complicato.

A questo bisogna aggiungere le importanti regole di buon senso da applicare in ogni classe  per evitare il rischio di un contagio del virus, nella malaugurata ipotesi che in aula sia presente un ragazzo (o un insegnante) positivo al covid.

Gli studenti in effetti trascorrono a scuola svariate ore di lezione, tutti assieme, tutti nella stessa classe. La  mascherina ovviamente è d’obbligo, come l’igienizzazione costante delle mani ma importante è anche una corretta areazione della stanza.

E così accade che in alcune scuole calabresi, anche nei freddi mesi invernali dove, sottolinea il Fatto di Calabria “Quando suona la campanella, più o meno verso le 8, di questi tempi nelle vallate ci sono poco meno di zero gradi, lungo le coste 4 o 5 e in quota si va tranquillamente sotto zero, con disinvoltura” le finestre siano aperte “il più possibile” per “far cambiare aria”.

Ma è lecito suppore che il problema riguardi un po’ le scuole di tutta Italia.

Finestre aperte o finestre chiuse?

Il dubbio è quanto queste finestre debbano rimanere aperte per  permettere un efficace e salutare ricircolo dell’aria senza compromettere la salute degli studenti.

Perché tra la lucida follia del ministro Azzolina («basta aprire le finestre una sola volta per cambiare l’aria») e la rigorosa prudenza del professor Galli («ogni ora almeno va tenuto tutto aperto perché le mascherine non bastano se staziona un asintomatico») – commenta il Fatto di Calabria – ci può stare una saggia via di mezzo. A naso c’è da fidarsi più di Galli che di Azzolina – continua – Ma a voler essere comprensivi perché fuori c’è il gelo meglio aprire almeno un paio di volte al giorno e per svariati minuti le finestre delle classi ogni mattina”.

La scelta insomma sembra essere tra  “rischiare la polmonite virale da Covid o quella batterica da freddo commenta una mamma” dalla chat del presidente facente funzioni della Calabria Nino Spirlì,  “ospitata” assieme a molti altri genitori preoccupati,  riporta il webmagazine.

Ma anche lo stesso Spirlì, si apprende dal Fatto di Calabria ha surriscaldato i social con alcuni post: “Il primo, segnalatemi le scuole e le classi che tengono sempre le finestre aperte costringendo al gelo i più piccoli (elementari e prime classi di scuola media). E il secondo a caricare sul rischio opposto, quello di tenere invece tutte le finestre chiuse, «in Calabria 4mila contagiati tra 0 e 18 anni». Della serie, se apri troppo le finestre i poveri piccoli sono al gelo ma se le chiudi il rischio del contagio è esponenzialmente rilevante (13,6% la percentuale di positivi su tamponi in Calabria, tra le più alte d’Italia perché non vengono conteggiati gli antigenici)”.

I cambi d’aria devono essere periodici e frequenti

Intanto la Ministra Azzolina, rispondendo alla questione areazione aule  chiarisce “Basta garantire un ricambio d’aria così come ha stabilito il Comitato Tecnico Scientifico – riporta Orizzonte Scuola – Non bisogna tenere sempre le finestre aperte“.

Ed anche sul portale del Ministero dell’Istruzione si sottolinea la necessità di assicurare l’aerazione dei locali in cui si svolgono le lezioni, avendo cura di garantire periodici e frequenti ricambi d’aria, cui si provvederà contemperando l’esigenza di costante aerazione dell’ambiente didattico con il diritto degli allievi a svolgere le attività in condizioni ambientali confortevoli.

E c’è chi sottolinea se non fosse stato meglio continuare con la didattica a distanza. Il dibattito sulla scuola continua…