Scuola, al via il nuovo anno tra divieti e riforme: ecco il calendario

Le regioni scaglionano le aperture da Bolzano a Puglia. Introdotto il divieto assoluto di smartphone e una Maturità più orientata alle competenze

L’estate sta finendo e la scuola italiana si prepara a riaprire i cancelli per l’anno scolastico 2025/26 con un calendario che, come sempre, varia da regione a regione ma che porta con sé alcune importanti novità.

Quando riaprono le scuole?

La prima campanella suonerà a Bolzano l’8 settembre, seguita dal Trentino e da diverse regioni del Nord il 10. L’11 settembre sarà la volta del Friuli Venezia Giulia, mentre la Lombardia rientrerà il 12. La data più diffusa resta il 15 settembre, scelta da dodici regioni tra cui Lazio, Toscana, Campania, Sicilia e Sardegna. Ultime a riaprire i battenti, Calabria e Puglia, con inizio fissato al 16 settembre. Per quanto riguarda la chiusura, l’anno scolastico si concluderà tra il 6 e il 10 giugno 2026, a seconda delle decisioni locali.
Il calendario resta scandito dalle festività nazionali: studenti e insegnanti potranno contare sulle pause del 1° novembre, 8 dicembre, periodo natalizio, Capodanno, Epifania, 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno. Non tutte, però, garantiranno veri “ponti”: Ognissanti e la Festa della Liberazione cadranno di sabato, limitando il riposo al weekend. Più favorevoli, invece, l’8 dicembre 2025 (lunedì), il 1° maggio 2026 (venerdì) e il 2 giugno 2026 (martedì), che offriranno weekend lunghi e sospensioni extra.

Le novità dell’anno

La vera novità riguarda però l’uso della tecnologia. Dal 2025/26 sarà vietato portare lo smartphone in classe in ogni ordine e grado: i dispositivi dovranno essere consegnati all’ingresso o tenuti spenti per tutta la giornata. Le deroghe saranno concesse solo per progetti didattici o esigenze certificate, con l’obiettivo di ridurre distrazioni e riportare la scuola al centro dell’apprendimento.
Importanti cambiamenti anche per la Maturità 2026: le prove scritte saranno orientate al problem solving e alle competenze trasversali, con una prova nazionale unica in italiano e matematica. Nei licei scientifici, la seconda prova di matematica includerà quesiti di logica e comprensione del testo. Inoltre, il peso dell’alternanza scuola-lavoro sarà maggiore nella valutazione finale.
Infine, la condotta diventa decisiva: un voto insufficiente potrà comportare la bocciatura, mentre chi otterrà la sufficienza dovrà presentare un elaborato di cittadinanza attiva. Una scelta che punta a responsabilizzare gli studenti, riconoscendo il comportamento come parte integrante della crescita formativa.