Se adottare è così difficile, perché condannare chi ricorre alla fecondazione eterologa?

Cara Ai.Bi,

seguo sempre con molto interesse il vostro sito e, tra i vari articoli che ho letto, mi ha colpito molto quello in cui si denuncia come lo Stato sostenga la fecondazione eterologa e trascuri l’adozione. Voi stessi di Ai.Bi. avete però più volte denunciato, a ragione, come quello delle adozioni sia diventato ormai un mercato fuori controllo, poco trasparente e costoso per le coppie, che spesso rimangono impelagate in una fitta rete di lungaggini burocratiche. Dal momento che la legge afferma che “tutti hanno diritto ad avere un figlio”, perché condannare eticamente chi compie la scelta della fecondazione eterologa? Se adottare è così difficile, perché non “aprirsi alla vita” in altro modo? Si tratterebbe pur sempre di donare la vita a un essere umano.

Grazie,

Mirko 

 

 

IRENEBERTUZZICaro Mirko,

ringraziandoti per l’attenzione che riservi alla realtà di Amici dei Bambini, rispondo volentieri alla tua domanda, focalizzandomi su tre punti fondamentali.

In primo luogo, considero indispensabile precisare che quella di Ai.Bi. è innanzitutto una battaglia per garantire all’adozione almeno un’equità di trattamento rispetto alle altre modalità che la legge autorizza per diventare genitori. È la stessa Costituzione della Repubblica Italiana che, all’articolo 3, enuncia il principio di uguaglianza: il quale dovrebbe garantire, appunto, equo trattamento sia a chi sceglie l’adozione che a coloro che scelgono strade alternative. Invece, purtroppo, lo Stato continua a sostenere la fecondazione eterologa, “dimenticandosi” dell’adozione.

In secondo luogo, urge precisare come il diritto di essere figlio debba sempre prevalere sul diritto a essere genitori. Nelle convenzioni internazionali in materia di infanzia, si parla sempre di “superiore interesse del minore”. Ci sono 168 milioni di bambini abbandonati nel mondo: dovrebbero essere loro il primo pensiero di chi vuole diventare genitore e non il diritto, o piuttosto la pretesa di un figlio, al di là di “qualsiasi ostacolo biologico, anagrafico o semplicemente dettato dal buon senso”. È vero, come tu stesso affermi, che quello delle adozioni è troppo spesso un sistema fuori controllo. Proprio per questo Ai.Bi. è da molto tempo in prima linea nella richiesta di una radicale riforma del sistema: da mesi giace in Commissione Giustizia una proposta di riforma della legge in materia. Una proposta destinata a sostenere le famiglie desiderose di adottare: quelle famiglie sempre più scoraggiate dalle lungaggini burocratiche e dagli alti costi di un iter adottivo, come le tue stesse parole efficacemente dimostrano.

In terzo luogo, è importante precisare che la presunta “economicità” di pratiche come la fecondazione eterologa rispetto all’adozione non corrisponde a verità. Oltre a non essere meno dispendiosa, poi, la fecondazione eterologa è ben lontana dal rappresentare una sicurezza. Anzi, le percentuali di insuccesso sono molto alte. Al contrario, l’adozione è una certezza: il tasso di insuccesso, in questo caso, non supera l’1%.

Nella speranza di aver esaurientemente risposto alla tua domanda, ti saluto caramente,

 

Irene Bertuzzi

Responsabile Area Adozioni Internazionali di Ai.Bi.