Se l’adozione diventa materia di esame…

scuola tesauroAvrà pure cambiato la storia della scienza, ma davanti al sorriso di un bambino, anche la Teoria della Relatività diventa una piccola cosa. L’avrà pensato di sicuro il suo inventore, Albert Einstein, quando affermò: “Non esistono grandi scoperte né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice”.

È proprio con la frase del fisico tedesco che il piccolo Artur, un figlio adottivo proveniente dalla Moldova e accolto da una famiglia italiana grazie ad Amici dei Bambini, ha deciso di chiudere la sua tesina di terza media. Una tesina centrata sul tema dei “Diritti dei Bambini” e frutto di una scelta nata dall’esperienza personale del suo autore, che ha vissuto la duplice esperienza dell’abbandono e dell’accoglienza e che ora si affaccia al mondo dei grandi con la consapevolezza del dono ricevuto, ma anche con il pensiero rivolto a quei 168 milioni di bambini che “non hanno una mamma e un papà”. “Se si dessero la mano – scrive nell’incipit della sua relazione – farebbero il giro del mondo: ogni 15 secondi un bambino viene abbandonato.

Leggendo la tesina, appare evidente come Artur sia davvero “sul pezzo”: parla da vero esperto dei diritti dei fanciulli, in particolare del diritto ad avere una famiglia, per poi concentrarsi sulla storia e e le attività di Ai.Bi. al fianco dell’infanzia più fragile.

Nelle prime pagine del suo lavoro, Artur ripercorre la storia dei diritti dei bambini, a partire dall’opera di Janusz Korzak, medico ebreo polacco, che nel 1912 fondò la Casa degli Orfani di Varsavia. Sua la richiesta di una Magna Charta Libertatis dei Diritti del Bambino, contenuta nel suo libro “Come amare il bambino” del 1914 e capace di ispirare la Dichiarazione dei diritti del bambino del 1959. Quest’ultima – ricorda Artur -, firmata a New York dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e seguita dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia del 1989, afferma: “la società e le autorità competenti hanno il dovere di occuparsi in modo particolare dei bambini senza famiglia e di quelli che non hanno mezzi sufficienti di sussistenza”. E da qui, Artur sceglie di passare in rassegna alcuni dei principali diritti dei fanciulli. Quei diritti che, però, “a tanti bambini non sono ancora riconosciuti”.

A lottare al loro fianco, c’è quella che Artur definisce “la mia associazione”, Ai.Bi. appunto, grazie alla quale egli stesso ha potuto trovare una famiglia. “Amici dei Bambini – scrive il ragazzino – non è un’agenzia di adozione internazionale ma un’associazione che si occupa di infanzia abbandonata nel mondo e in Italia. Ai.Bi. opera per dare una famiglia a un bambino abbandonato e non un bambino a una coppia e per dare una vita migliore in istituto a chi non potrà mai essere adottato e anche dopo, quando, fuori dall’istituto, dovrà affrontare il mondo”. Quindi  la tesina si concentra sul progetti promossi da Ai.Bi. per garantire una giusta accoglienza ai minori che approdano in Italia da soli e per aiutare le famiglie siriane vittime della guerra.

Con il suo lavoro, Artur ha brillantemente superato l’esame di terza media e ha dimostrato di aver compreso a fondo la portata di quel “male profondo, silenzioso, che incatena milioni di bambini in tutto il mondo” e che si chiama abbandono. “Gli Stati devono aiutare le mamme e i papà a non abbandonare i propri figli – conclude Artur – e, se succede, devono favorire l’adozione”.