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Audizione in commissione Giustizia della Camera. Il coro unanime di enti e associazioni familiari: “Prima della riforma, oggi dobbiamo salvare l’adozione internazionale”

È un coro unanime quello che chiede un netto cambio di rotta nella gestione della Commissione Adozioni Internazionali. L’occasione per ascoltare il parere di enti autorizzati e associazioni familiari è stata l’audizione di lunedì 11 aprile in commissione Giustizia alla Camera dei Deputati.

“Una guerra sull’adozione internazionale: in allerta le ambasciate dei paesi esteri. La CAI va commissariata”

Nel caos delle adozioni internazionali sono piovute come macigni le ultime, pesantissime dichiarazioni della presidente della Cai Silvia Della Monica: che – lo si scopre per la prima volta – non riunisce l’organismo da oltre due anni «perché esiste un conflitto di interessi» con enti che «seppur in modo indiretto agiscono all’interno della stessa Commissione ».

Adozioni internazionali. Prevenire l’abbandono: la Cai deve agli enti più di un milione di euro

«Tra gli impegni prioritari della Commissione per le adozioni internazionali ci sarà l’implementazione della cooperazione internazionale, nello spirito della Convenzione de L’Aja»: così aveva detto la presidente della Cai Silvia Della Monica, nella lunga intervista che aveva rilasciato a Vita all’inizio del suo incarico. I progetti di sussidiarietà per prevenire l’abbandono di bambini nel mondo, però, sembrano scomparsi dall’orizzonte della Cai: non solo non è stato fatto alcun bando (l’ultimo risale al 2010), ma i progetti approvati e finanziati da quel bando – progetti realizzati, conclusi e rendicontati entro l’agosto 2014 – non sono ancora stati liquidati agli enti.

Le 6 proposte di 27 enti autorizzati e 33 associazioni familiari per salvare l’adozione internazionale

Nei giorni scorsi 27 enti autorizzati più il Careun coordinamento che riunisce 33 associazioni familiari, hanno chiesto a Matteo Renzi un “intervento risolutore” per salvare il modello italiano delle adozioni internazionali, che rischia di “scomparire”: sono 60mila famiglie che parlano a una sola voce. Ora, certi che l’adozione sia “un’avventura meravigliosa”, hanno individuato sei proposte per superare la crisi, senza aspettare una riforma, perché l’Italia torni ad essere “un modello di eccellenza”. Riportiamo la versione integrale dell’articolo pubblicato da Vita l’1 aprile.

Adozioni internazionali, 27 enti autorizzati e 33 associazioni familiari danno voce a 60mila famiglie: “Insieme per salvare il sistema-Italia”

L’adozione internazionale è da sempre sinonimo di rinascita dall’abbandono per tanti bambini che, nel mondo, non hanno una famiglia. L’Italia si è storicamente distinta in modo positivo in questa realtà di accoglienza ma oggi rischia di scomparire. Ecco perché i 27 enti autorizzati e le 33 associazioni familiari, si sono incontrati a Milano e  hanno scritto una lettera al premier Matteo Renzi.

Adozioni, gli enti: «Il governo deve ascoltarci»

Adozioni internazionali, serve un cambio di rotta. Gli enti non vogliono più aspettare. E ieri, dopo settimane di confronto, hanno deciso di passare all’azione. A Milano si sono riuniti in 27, tra cui Ai.Bi., Ciai, Cifa, Naaa, Nova, Amici Don Bosco, Nadia, Ami, Fondazione Avsi: sono quelli che curano l’adozione del 60% dei minori che entrano in Italia in un anno.

Salvare l’adozione internazionale. Nel decalogo del Ciai la vera emergenza è la paralisi della Cai

Dieci obiettivi da realizzare e sei emergenze da risolvere per salvare l’adozione internazionale in Italia. Il Ciai (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia), uno dei principali enti autorizzati nel nostro Paese, propone un decalogo in vista della riforma della legge 184/1983 sulle adozioni affinché si arrivi a una legge veramente “dalla parte dei bambini”.

Gandolfini: “Per annullare la deriva antidemocratica in corso l’unica risposta è un ‘no’ alla riforma costituzionale”. Un esempio? Nell’adozione internazionale la democrazia non c’è già più da 2 anni

Se in un Parlamento con due Camere il disegno di legge sulle unioni civili rischia di passare senza il minimo dibattito parlamentare, come è già successo al Senato, che cosa potrà mai succedere quando, una volta approvata la riforma costituzionale ideata dal governo, la Camera legislativa sarà una sola e l’esecutivo potrà contare su una maggioranza bulgara? È questo il punto centrale del botta e risposta di questi giorni tra il premier Matteo Renzi e il portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli” Massimo Gandolfini.

Adozioni e coppie gay, l’ingiusta strada

«Comprare non è amare». Uno slogan che sembra inventato ora, e che invece risale agli anni 80 del Novecento. Fu l’Anfaa, l’Associazione famiglie affidatarie e adottive, a coniarlo: si era nel bel mezzo della battaglia per regolamentare le adozioni e per fermare quello che allora veniva chiamato «il traffico dei bambini».

CAI ente fantasma. Scagliusi (M5S): “Renzi intervenga per rimuovere i responsabili. O l’immobilità dell’adozione internazionale è dovuta proprio a lui?”

La Commissione Adozioni Internazionali continua a non comunicare nulla alle famiglie, mentre di firmare la lettera di garanzia necessaria per sbloccare le adozioni in Bielorussia si è occupato direttamente il premier Renzi. Il deputato del Movimento 5 Stelle Emanuele Scagliusi interviene sulla questione.