“Sì” della Camera al Ddl di riforma: nuova legge sulla cooperazione ormai a un passo

Parlamento 200Dopo 27 anni l’Italia è vicina ad avere una nuova legge sulla cooperazione internazionale allo sviluppo. Dopo il “sì” della Camera dei Deputati, il disegno di legge per una riforma della materia torna al Senato per l’approvazione definitiva, nella versione modificata rispetto a quella già passata una prima volta da Palazzo Madama.

Il via libera alla riforma da parte dell’aula di Montecitorio è arrivato mercoledì 16 luglio con 251 voti favorevoli, 2 contrari e 72 astensioni. La proposta ha trovato il parere favorevole della maggioranza di governo e di Forza Italia, mentre si sono astenuti i deputati del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà. Non hanno preso alla parte alla votazione i rappresentanti della Lega Nord, usciti polemicamente dall’aula dopo la bocciatura del loro emendamento che proponeva di inserire nel testo di legge anche il contrasto all’immigrazione clandestina e alla tratta di esseri umani.

La principale novità apportata dalla Camera al Ddl riguarda la possibilità di utilizzare la Cassa Depositi e Prestiti come banca di sviluppo finalizzata all’aiuto e alla promozione di iniziative di finanza per la cooperazione. Per finanziare i progetti, essa potrà far ricorso anche ai depositi postali.

Molti gli emendamenti bocciati, oltre a quello della Lega. Fallito per esempio il tentativo di inserire nella riforma il rafforzamento delle attività di Info/Eas di concerto con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, così come l’eliminazione del termine “Paesi in via di sviluppo”. Bloccati anche tutti gli emendamenti del M5S e di Sel, in particolare quello che prevedeva di considerare il peace building un’attività prioritaria della Cooperazione.

Se anche il Senato darà la sua approvazione alla riforma, l’Italia potrà finalmente iniziare a svestire quella “maglia nera della cooperazione” che ha caratterizzato il nostro Paese in questi 27 anni di stallo legislativo, in cui è mancata un’apposita agenzia e lo Stato ha stanziato un contributo molto inferiore allo 0,7% richiesto dall’Onu. Nel corso di un quarto di secolo abbondante, gli eventi mondiali hanno nettamente modificato il quadro della cooperazione internazionale promossa dagli Stati e dalla Organizzazioni non governative, mettendo in luce procedure virtuose ed lacune da colmare. Tutti aspetti da cui ora, con la riforma, si dovrebbe poter ripartire.

Resta però un rammarico sul fronte della lotta all’infanzia abbandonata. Nel Ddl ormai a un passo dall’approvazione definitiva non ha trovato spazio il tema dell’adozione internazionale, che Amici dei Bambini auspicava potesse rientrare in un progetto di cooperazione. Rimane comunque la speranza che, attraverso un’efficace collaborazione tra Stati e Ong, si possa sconfiggere la povertà e promuovere un vero sviluppo.

 

Fonte: Info-cooperazione