Si può adottare anche se si è affetti da Epatite C?

Buongiorno,

vi scrivo perché avrei bisogno di un’informazione molto importante. Io e mio marito ci siamo affacciati da poco al mondo dell’adozione e stiamo cercando di documentarci sui vari aspetti burocratici, economici e normativi di questa forma di accoglienza. Purtroppo, poco tempo dopo aver deciso di adottare, una brutta tegola si è abbattuta sulla nostra famiglia. A mio marito, infatti, è stata diagnosticata una forma di epatite c. Non ci siamo scoraggiati e abbiamo iniziato il lungo percorso di cura per la sua patologia. Allo stesso modo, non abbiamo rinunciato al nostro sogno di adottare un bambino, preferibilmente straniero. Quando termineremo le cure, avremmo l’intenzione di proseguire sulla strada dell’adozione. Tuttavia, ho sentito che la malattia di mio marito può rappresentare un ostacolo su questa strada. È davvero così? Quante possibilità abbiamo di poter adottare ugualmente?

Grazie mille per le informazioni,

Francesca

 

 

ireneCara Francesca,

la vostra caparbietà nell’affrontare le cure per suo marito deve essere di esempio, per voi stessi, anche sul versante del vostro sogno di adottare. Non lasciatevi scoraggiare e sappiate che non sono poche le persone affette da patologie di vario genere che hanno comunque provato la gioia di diventare genitori adottivi.

La malattia può rappresentare un ostacolo, ma è importante sapere che gli eventuali intoppi legati alla patologia di suo marito non possono arrivare dalla legge italiana, bensì dalla valutazione complessiva dei servizi sociali e del Tribunale per i Minorenni oppure dal regolamento dei Paesi di origine dei minori dove si intende adottare.

Mi spiego in modo più dettagliato. La legge italiana, di per sé, consente il rilascio del decreto di idoneità per l’adozione internazionale anche a chi ha problemi di salute. Una  patologia di uno degli aspiranti genitori, infatti, non rappresenta in assoluto un ostacolo decisivo sulla strada per l’adozione. Essa è solo uno dei tanti elementi che caratterizzano una coppia di aspiranti genitori e che vengono presi in considerazione dai servizi sociali e dal Tribunale. Questi, dunque, scelgono in modo autonomo che peso dare alla presenza di una patologia nell’ottica di una più ampia e complessiva valutazione della coppia che ha presentato domanda di idoneità.

Sulla strada dell’adozione, però, è necessario tenere presenti anche le leggi dei Paesi esteri. Anche i Paesi di origine, infatti, valutano la situazione della coppia e tengono ovviamente in considerazione anche la presenza di eventuali patologie. Ogni Paese, poi, decide in base alla propria legislazione. Alcuni, per esempio, per concedere a un aspirante genitore di adottare, impongono che la malattia sia superata e che siano passati almeno 5 anni dalla guarigione. In altri Paesi, invece, non si pone alcun limite in questo senso.

In conclusione: continuate con tranquillità e con coraggio ad affrontare le cure e allo stesso tempo non dimenticate il percorso dell’adozione che con tanto entusiasmo avete intrapreso. Le due cose non sono affatto incompatibili.

Tanti auguri per tutto,

 

Irene Bertuzzi

Adozioni internazionali di Ai.Bi.