Siamo conviventi : possiamo avere un minore in affido?

Buongiorno a tutti,

mi chiamo Ruggero. Qualche giorno fa (il 15 luglio scorso) ho visto la trasmissione “Uno Mattina” su Rai uno con ospiti i coniugi Bertoldo che hanno parlato dell’affido familiare.  L’amore e il coinvolgimento emotivo con cui hanno parlato di questa esperienza è stata contagiosa facendo scoppiare anche in me il desiderio di prendere in affido un bambino. Ma non so nulla in merito. Come avviene, di cosa si tratta nello specifico, cosa comporta (responsabilità, costi, tempi di attesa e di accoglienza del minore)? Può essere un limite l’essere convivente? E’ una forma di accoglienza “lecita” solo per le coppie sposate?

Grazie mille

 

riccardiBuongiorno Ruggero,

l’affido è un’esperienza di accoglienza rivolta a bambini e ragazzi dagli 0 ai 18 anni, che si trovano a vivere fuori dalla famiglia d’origine a causa di temporanei disagi di questa. L’obiettivo dell’affido familiare è il loro rientro a casa nel loro nucleo familiare, una volta risolte le difficoltà.

Tutti possono fare affido. Dalla persona single, alla coppia convivente o sposata, con o senza figli.  Quindi, caro Ruggero, anche tu e la tua compagna potete accogliere in affido un bambino. Aspetta solo voi.

È l’affidatario che delinea la propria disponibilità all’accoglienza. Infatti esistono diverse forme di affido: residenziale o part-time (diurno, per i weekend e le vacanze, pronta accoglienza, per bambini neonati…. ). Vengono strutturati sulla base delle esigenze e dei bisogni del bambino, che ha necessità di vivere in una famiglia affidataria.

L’affido, a differenza dell’adozione, ha una caratteristica di temporaneità. La legge prevede 2 anni. Questo significa che il bambino accolto non diventa figlio della famiglia accogliente e mantiene la relazione con la famiglia d’origine attraverso il coordinamento dei servizi sociali.

Non esistono i criteri dell’adozione rispetto all’idoneità delle famiglie affidatarie. Per diventare famiglia affidataria occorre rivolgersi o presso Associazioni come la nostra o i Centri affido territoriali di residenza, per poter effettuare il percorso di formazione.

La nostra associazione è presente in 14 sedi regionali (può visionare l’ubicazione delle sedi regionali sul sito internet  di Ai.Bi., https://www.aibi.it/ita/chi-siamo/aibi-in-italia/, in modo da poter trovare la sede a voi più comoda e prendere contatti con i nostri referenti di sede), dove svolgiamo attività di informazione e formazione all’accoglienza familiare temporanea (https://www.aibi.it/ita/attivita/affido/). Organizziamo momenti informativi in cui offriamo la possibilità di conoscere una famiglia affidataria, che racconta la propria esperienza e i principali aspetti tecnici. Chi conferma la propria disponibilità a diventare famiglia affidataria dovrà seguire un corso di formazione, in cui vengono utilizzate metodologie di attivazione di gruppo per poter entrare maggiormente nelle dinamiche che ci si trova a vivere durante un progetto di accoglienza temporanea. Il corso è gratuito per le persone interessate e viene inteso come un momento per poter offrire stimoli di riflessione sulla possibilità di divenire famiglia affidataria.

 

Cristina Riccardi

Membro del Consiglio Direttivo di Ai.Bi. e referente politico del settore Affido