Sicurezza dei minori, chi lavora con loro deve avere un passato “pulito”

lavorare con minoriStop ai pedofili nei luoghi in cui si lavora a contatto con i minori. Da lunedì 6 aprile chiunque impiega una persona per lavorare o fare volontariato dove sono presenti dei bambini deve procurarsi il certificato penale di quel soggetto, per essere certo del fatto che questi non abbia commesso reati legati allo sfruttamento sessuale dei più giovani. L’obbligo scaturisce dall’entrata in vigore del decreto legislativo 39 del 2014 che ha recepito la direttiva europea 93 del 2011 sulla lotta all’abuso dei minori.

Lo scopo è quello di accertarsi sul passato delle persone che vengono regolarmente a contatto con i più piccoli, per escludere che a loro carico risultino condanne penali per alcuni reati previsti dal Codice penale, quali prostituzione minorile, pornografia minorile, pornografia virtuale, turismo sessuale, adescamento dei minorenni. Le categorie di lavoratori interessate sono numerose: personale di ospedali e reparti pediatrici, docenti e non docenti delle scuole e degli asili, operatori di strutture ricreative e centri di soggiorno estivi…

Il riferimento all’attività volontaria comporta il medesimo obbligo anche per le associazioni di volontariato e le associazioni sportive: un mondo di cui, in Italia, fanno parte circa 98mila persone.

Il provvedimento, per quanto finalizzato a un nobile scopo, comporta costi non indifferenti per chi non dovesse rispettarlo. Il datore di lavoro che non rispetta l’obbligo, infatti, rischia una sanzione da 10mila a 15mila euro.

La norma non è però immune da dubbi e ambiguità. Non è ben definito infatti come si intenda con “contatto diretto e regolare” con i minori, chi possa irrogare la sanzione e chi pagherà per il rilascio del certificato. Quest’ultimo, inoltre, costa 20 euro e ha una validità di 6 mesi, dopodiché bisognerebbe chiederne uno nuovo. Infine, nel casellario giudiziale sono indicate solo le condanne definitive. I procedimenti penali pendenti, legati a presunti reati commessi di recente, non lascerebbero traccia.

Fonte: Il Sole 24 Ore