Siria: falliti i negoziati, la guerra continua ad abbattersi sulla popolazione civile

siria“Chiedo scusa ai siriani. In questi due round non li abbiamo aiutati molto”. Con queste parole il mediatore internazionale delle Nazioni Unite per la Siria Lakhdar Brahimi ha ammesso l’insuccesso dei negoziati svoltisi a Ginevra nel tentativo di trovare un accordo tra regime di Damasco e opposizione siriana. Quest’ultima il 12 febbraio scorso ha presentato un testo, rifiutato dal governo di Bashar al Assad, che proponeva i termini e le modalità  per una transizione politica. Anche la bozza di risoluzione elaborata dalla Russia è stata giudicata “inammissibile e unilaterale”. Non sembra quindi intravedere una soluzione diplomatica a breve termine il conflitto che ormai da 3 anni insanguina il Paese mediorientale, con gravi conseguenze sulla popolazione civile.

È del 9 febbraio la notizia dell’evacuazione delle aree assediate nella provincia centrale di Homs. Numerosi civili, tra cui molte donne e bambini, hanno ricevuto aiuti umanitari dall’Onu e dalla Mezzaluna Rossa, nonostante i bombardamenti sulla città e i problemi tecnici e logistici che hanno portato all’interruzione delle operazioni per 2 giorni. Gli sfollati sono stati portati in salvo, pur stremati dall’isolamento e dalla fame.

Sul fronte prettamente militare, si segnala l’arretramento delle forze jihadiste-qaediste che hanno perso posizioni sia a est, a Deir el-Zor, che a sud, dove si sono ritirate dal campo profughi di Yarmouk. Nel frattempo il regime siriano ha rivolto la sua offensiva su Yabrud, città al confine con il Libano considerata strategica. Scontri a sfondo religioso hanno provocato circa 100 vittime nel governatorato di Hama, nella Siria centrale: in particolare in alcuni villaggi a maggioranza alawita attaccati dai ribelli jihadisti e in altri a maggioranza sunnita presi di mira dalle forze del regime.

Infine è da segnalare il rallentamento delle operazioni di smaltimento delle armi chimiche siriane. Per far fronte a questa situazione, la Russia e la Nato starebbero progettando un’operazione navale congiunta nel Mediterraneo per sveltire le operazioni di distruzione di 500 tonnellate di agenti tossici.

 

Fonte: Panorama