Siria. Fra le tende di Idlib, dove il “Burian” è di casa: “La nostra quotidiana lotta contro il freddo”

Proprio per aiutare le famiglie siriane a ritrovare fiducia nel futuro,  Ai.Bi. ha dato vita ad un progetto per favorire l’auto sussistenza di 240 donne capofamiglia.  Sostienici anche tu!

La Siria è una terra martoriata. La guerra ormai imperversa da 10 anni e non sembrano bastare gli accorati appelli del Papa per giungere finalmente alla pace. La popolazione siriana è allo stremo. Quante famiglie sono state costrette a scappare e si ritrovano senza niente  a dover combattere contro il gelo dell’inverno. Contro la povertà. Contro il coronavirus. Riparate sotto tende di fortuna, in campi per sfollati, senza possedere più neanche una casa.

Per scaldarsi, durante il rigido clima invernale, bruciano tutto ciò che riescono a trovare: plastica, vestiti vecchi, blocchi di spugna e borse di nylon, anche a rischio della propria salute.

Abu Mohammed ha 56 anni ed è padre di 8 figli, sono tutti ospiti in un campo profughi nella provincia nord occidentale di Idlib, racconta il web magazine Asharq Al-Awsat. Abu Mohammed lotta ogni giorno per cercare di tenere al caldo la sua famiglia:  “Le difficili condizioni economiche ci hanno impedito di utilizzare combustibile e legna da ardere, che vengono vendute a prezzi elevati, e ci hanno costretto a cercare alternative come bruciare plastica usata, sacchetti di nylon e cartone per stare al caldo” racconta.

Una tonnellata di legna costa fino a 100 dollari. Troppi per potersela permettere. Così ogni giorno, i tre figli maggiori dell’uomo sono costretti a setacciare rifiuti di plastica e sacchetti della spazzatura per trovare qualche cosa da ardere, mentre lui si occupa dei figli più piccoli e della moglie che a forza di respirare quel materiale tossico soffre di episodi di grave tosse e infezioni respiratorie.

Il suo non è un caso isolato. Sono molte le segnalazioni che giungono ai sanitari del luogo: “Ogni giorno, riceviamo dozzine di bambini e anziani con grave mancanza di respiro e infezioni polmonari”, riferisce Hassan Qaddour, un medico locale.  La scarsa ventilazione delle tende dei rifugiati, unita ai fumi della combustione di plastica e nylon, ha contribuito infatti all’aumento delle infezioni polmonari tra gli sfollati siriani nel nord.

Un Sostegno a Distanza per donare a 240 famiglie siriane fiducia nel domani

Ai.Bi. è presente ad Idlib, nel nord della Siria, assieme al suo partner Kids Paradise, accanto alla popolazione sfollata e martoriata da guerra e povertà.

Proprio per aiutare le famiglie siriane a ritrovare fiducia nel futuro,  Ai.Bi. ha dato vita ad un progetto dedicato a favorire l’auto sussistenza di 240 donne capofamiglia, finanziato dalla cooperazione internazionale.

Sono donne sole e spesso prive di una formazione professionale, come Fadha che ha perso il marito quattro anni fa a causa dei bombardamenti sulla loro città e da allora è rimasta sola a dover prendersi cura dei i suoi tre figli.  Ora grazie ad Ai.Bi. ha potuto ricevere 4 capi di bestiame per la produzione di prodotti caseari. Fadha non dovrà più far affidamento solo sugli aiuti umanitari per dar da mangiare ai propri figli ma potrà finalmente guardare con speranza al domani, portando avanti un progetto che sia solo suo e che le permetterà di sostenere anche in futuro se stessa e i suoi bambini.

Sostieni anche tu i progetti di Ai.Bi. in Siria, con 25 euro al mese, meno di un caffè al giorno, puoi farlo.

Il tuo aiuto per Fadha e per altre 239 donne siriane può fare davvero la differenza!

 

Immagine di copertina: (Asharq Al-Awsat)