Siria. I media non ne parlano, ma le famiglie sono allo stremo

siria mamma200Tra i tanti conflitti che stanno infiammando negli ultimi mesi il mondo, la Siria sembra essere stata dimenticata, cedendo il passo alle guerre più attuali che si accavallano, quasi a contendersi tra loro gli spazi dell’informazione. Eppure il conflitto siriano, drammaticamente nel pieno del suo quarto anno, presenta numeri e dati impressionanti, sui quali sarebbe necessario qualcosa più di una riflessione. Sono almeno 5.340 morti nel solo mese di luglio, tra i quali 1.067 civili, compresi 225 bambini: una carneficina che continua inesorabile e in un intollerabile silenzio, lontano dai riflettori dei media internazionali.

A fornire le ultime cifre, che appesantiscono ulteriormente un bilancio di oltre 170.000 vittime a partire dal 2011, è stato l’ Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), che ha sede in Gran Bretagna ma conta su una vasta rete di informatori in Siria. Il conflitto siriano ha ormai superato come numero di morti quello della guerra civile che per 15 anni, dal 1975 al 1990, sconvolse il Libano. E le violenze non accennano a diminuire, né si vede una soluzione a portata di mano, con le diplomazie paralizzate e un Paese diviso in porzioni di territorio controllate dalle forze lealiste, appoggiate dalle milizie libanesi di Hezbollah, ribelli e gruppi armati jihadisti, che spesso rivolgono le armi anche gli uni contro gli altri. Almeno 4 milioni sono gli sfollati siriani all’interno della Nazione, e 2,5 milioni sono quelli scappati in altri Paesi, quali Turchia, Giordania, Libano e Kurdistan iracheno.

Il protrarsi del conflitto siriano sta togliendo alle famiglie l’essenziale per vivere, in un contesto nel quale pericolo e instabilità sono diventati un’inquietante routine. L’unico modo per consentire alla popolazione siriana il diritto legittimo di vivere nella propria terra è impegnarsi affinché almeno l’essenziale possa essere garantito alle famiglie e ai loro figli, come segno di speranza che la guerra affinché la guerra non rappresenti l’orizzonte ultimo della vita.

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.