Siria. Milioni di bambini senza pane sotto le bombe. Non abbandonateli!

raidDal nostro inviato (Luigi Mariani) – Quella di proteggere i civili in Siria deve essere una priorità mondiale: ad affermarlo, in un appello rivolto alla comunità internazionale, sono 40 fra le più importanti organizzazioni non governative attive in Medio Oriente. Una precisazione apparentemente superflua, ma necessitata dall’avvio delle operazioni militari guidate dagli Stati Uniti in suolo siriano.

Di fronte all’assemblea della Nazioni Unite, il collettivo di ong denominato “WithSyria”, ha chiesto ai leader mondiali di schierarsi innanzitutto dalla parte della popolazione, senza fare distinzioni a seconda dell’appartenenza politica o del contesto geografico di riferimento.

La “coalizione” umanitaria, che sembra quasi volersi contrapporre a quella militare messa in piedi per colpire le organizzazioni jihadiste in Siria e Iraq, ha invocato ancora una volta il rispetto della risoluzione Onu dello scorso febbraio, nella quale si imponeva alle parti belligeranti di cessare gli attacchi indiscriminati contro la popolazione e di agevolare l’invio degli aiuti umanitari.

“Intrappolati in un conflitto che non hanno causato né voluto, i siriani continuano a morire, giorno dopo giorno” ha dichiarato David Miliband, presidente di International Rescue Committee (IRC), una delle ong aderenti a “WithSyria”. “Come organizzazioni umanitarie, il nostro compito è di aiutarli, ma ci sono persone che non possono essere raggiunte a causa dei continui attacchi provenienti da entrambi i fronti, che mettono a rischio anche il nostro staff sul campo”. Anche il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha invitato gli Stati Uniti e i suoi alleati a rispettare i principi del Diritto Internazionale Umanitario e a garantire il più possibile la protezione dei civili.

Solo di recente, con l’approvazione della risoluzione 2165, è stato autorizzato l’invio di aiuti umanitari in Siria anche nelle zone sotto il controllo dei ribelli; questo ha consentito di raggiungere una grossa parte della popolazione che versava in stato di totale e assoluto bisogno. Tuttavia, la crisi continua ad aggravarsi, come dimostra l’impressionante esodo dei rifugiati curdo-siriani in Turchia: secondo l’Unhcr (l’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu), sarebbero circa 140.000 i disperati che, in soli cinque giorni, avrebbero attraversato il confine, ma si teme che altre centinaia di migliaia possano seguire presto.

Come se non bastasse, a fronte di una situazione umanitaria sempre più preoccupante, i fondi stanziati dai donatori internazionali per le operazioni di assistenza umanitaria all’interno della Siria e nei paesi limitrofi si stanno rivelando insufficienti: di recente, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha annunciato di essere stato costretto a tagliare gli approvvigionamenti di cibo per milioni di siriani di circa il 40%.

Mai come adesso, dunque, occorre aprirsi alla solidarietà, e fare quanto in nostro potere per contribuire ad alleviare le sofferenze del popolo siriano.

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto il supporto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.

 

Fonte: Reuters