Siria nord-occidentale. La sfida quotidiana degli operatori umanitari: rischiare la vita per salvare delle vite

Molta preoccupazione per una recente ondata di violenze. Quattro bambini uccisi in un raid. Non lasciamoli soli. #Continuiamodaibambini

C’è molta preoccupazione per una recente ondata di violenza che ha colpito gli operatori umanitari nel Nord-Ovest della Siria, dove oltre 2,8 milioni di donne, bambini e uomini hanno urgente bisogno di assistenza salvavita. Questo è lo stesso teatro in cui, dal 2014, opera, in collaborazione con il partner locale Kids Paradise, Ai.Bi. – Amici dei Bambini. “In Siria – ha scritto la scorsa settimana in una nota Kevin Kennedy, coordinatore umanitario regionale delle Nazioni Unite per la crisi sirianagli operatori umanitari continuano a pagare un prezzo elevato mentre aiutano le comunità vulnerabili e bisognose. Dall’inizio della crisi nel marzo 2011, centinaia di operatori umanitari e operatori sanitari sono stati uccisi o feriti nell’esercizio del proprio dovere. Giovedì, due operatori umanitari siriani e il loro autista sono rimasti feriti, uno di loro in modo grave, dopo che rientrando da un sito di progetto nella città di Salqin, la loro auto è stata colpita da schegge risultanti da un attacco di droni su un’altra macchina che viaggia nella zona”.

Siria: i rischi per gli operatori umanitari e una missione importante. Salvare i bambini

“L’incidente – ha proseguito Kennedy – segue altri due incidenti in cui gli operatori umanitari sono stati coinvolti nelle violenze questo mese nel nord-ovest. Il 14 settembre, un membro dello staff della Mezzaluna Rossa turca è stato ucciso e un altro è rimasto ferito da uomini armati mascherati non identificati che hanno aperto il fuoco sul loro veicolo a nord della città di Al Bab, nella parte rurale orientale di Aleppo, mentre nello stesso giorno, un medico che lavorava per l’organizzazione siriana Hand in Hand for Aid è stato ucciso insieme a un membro del personale di un’organizzazione di soccorso locale e almeno altre 11 persone civili sono rimaste ferite quando un’autobomba è esplosa nella città di Afrin”.

“Gli operatori umanitari – ha concluso il delegato ONU – lavorano in conformità con i principi umanitari di indipendenza, neutralità e imparzialità e tale violenza è del tutto inaccettabile. È fondamentale che vengano prese tutte le misure per aumentare la protezione di queste donne e uomini per garantire un’efficace risposta umanitaria sostenibile sul campo. Questi eroi sconosciuti rischiano la vita ogni giorno per fornire assistenza umanitaria a oltre 11 milioni di donne, bambini e uomini bisognosi in Siria. Ricordo con urgenza a tutte le parti in conflitto i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario per salvaguardare la loro sicurezza e protezione”.

Nonostante tutto questo, Ai.Bi. continua a operare sul campo a sostegno delle vittime più deboli di questa tragedia: i bambini. Che, come gli operatori umanitari, pagano troppo spesso il prezzo più alto: è delle ultime ore la notizia che, durante gli ultimi bombardamenti nella provincia di Idlib, sono rimasti uccisi almeno quattro bambini.

Ma le fondamentali attività di Ai.Bi. in Siria sono rese possibili solamente grazie alla grande generosità dei donatori che dall’Italia supportano e rendono possibile l’impegno a favore della popolazione siriana.

Anche tu puoi fare la tua parte, sostenendo la campagna #Continuiamodaibambini. Non lasciarli soli.

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