Siria: perché le donne e i bambini sono le vittime più colpite dalla guerra?

siriaDal nostro inviato (Luigi Mariani) – A causa del moltiplicarsi delle crisi internazionali, il mondo sembra essersi voltato dall’altra parte, ma in Siria non passa giorno senza che si consumino soprusi e ingiustizie a danno di donne e bambini. Il rapimento delle due giovani attiviste lombarde, Greta e Vanessa, ha forse contribuito a richiamare l’attenzione dei media italiani su uno dei conflitti più sanguinosi di sempre, su cui peraltro non si hanno ancora dati precisi, in quanto a numero di vittime: si stima che, dall’inizio della guerra civile, in Siria siano morte circa 170.000 persone, ma è probabile che si tratti di un numero molto più alto.

Peggio della morte, però, c’è forse soltanto la violenza, fisica e psicologica, che i più vulnerabili e innocenti subiscono di continuo, soprattutto nelle aree interessate dagli scontri fra le diverse forze in campo.

Come prevedibile, l’abuso sessuale è uno dei fenomeni più diffusi, che colpisce soprattutto le donne e che non si limita soltanto allo stupro, ma a qualsiasi forma di ricatto, coercizione, o molestia. Ad amplificare il rischio, contribuisce certamente la situazione di sfollamento, la mancanza di servizi basilari e di programmi di prevenzione adeguati.

Non c’è pace nemmeno fra le mura di casa (o di quel che ne rimane): il problema della violenza domestica rimane fra quelli segnalati più di frequente in Siria.

“Molti uomini hanno perso il lavoro e non riescono a mantenere le proprie famiglie” si legge nella relazione di metà anno dell’UNHCR sulla crisi siriana: “Donne e bambini spesso patiscono le conseguenze di queste difficoltà, che si materializzano di solito in violenze domestiche, presumibilmente causate dallo stress per la guerra, dalle difficoltà economiche e dalla mancanza di soluzioni a lungo termine per le famiglie.” Una situazione, questa, di fronte alla quale spesso le donne si ritrovano estremamente vulnerabili e incapaci di rispondere.

La persistente crisi e la scarsità di mezzi di sostentamento hanno causato il diffondersi di un altro fenomeno: i matrimoni precoci. Aumentano sempre più, infatti, i casi di famiglie costrette a dare in spose le proprie figlie minorenni, per risparmiare sul loro mantenimento e provvedere alle giovani una qualche forma di sicurezza e protezione. A questo problema sono legati anche quelli della schiavitù e dello sfruttamento, anch’essi in aumento: dietro l’apparenza di matrimoni informali, si cela spesso un vero e proprio traffico di donne, a volte con il coinvolgimento delle stesse famiglie.

E’ incredibile quello che la disperazione e la miseria possono costringere a fare: è uno degli aspetti più terribili di questo – come di ogni – conflitto. Perciò è importante impegnarsi per sostenere quei siriani che ancora non si rassegnano al male e alla violenza, fornendo loro il necessario per sopravvivere e aiutandoli a preservare o ricostruire quell’unità familiare capace, da sola, di vincere qualsiasi guerra.

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.