Siria. Primo decesso da Coronavirus. Griffini (Ai.Bi.): “Non lasciateci soli, per non lasciarli soli”

Con la campagna #accoglienzanonsiferma Amici dei Bambini è impegnata in prima linea nella lotta all’epidemia

Dopo i primi contagi ufficiali, è arrivato anche il primo decesso. La prima morte da Coronavirus è infatti stata confermata in Siria, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale SANA.
Una donna è infatti morta in un ospedale siriano poco dopo essere stata ricoverata come paziente in emergenza, secondo quanto riferito dall’agenzia. Il suo test per COVID-19 è risultato positivo.

Fino ad oggi le autorità siriane hanno confermato 10 casi da COVID-19. Il 25 marzo è stato imposto un coprifuoco in tutto il paese, devastato da dieci anni di una guerra civile che ancora prosegue nell’area nord-occidentale, nel territorio del Governatorato di Idlib, dove oltre 900mila sfollati, di cui il 60% minorenni, sono costretti a vivere in ripari di fortuna, come tende fatte di stracci.

Siria. Dopo il primo decesso da Coronavirus il rischio che l’epidemia si diffonda

Il rischio che l’epidemia si diffonda rapidamente nei campi sovraffollati e in una regione in cui quasi tutti gli ospedali sono ridotti in macerie è altissimo.

Ai.Bi – Amici dei Bambini, attraverso la nuova campagna #accoglienzanonsiferma, è impegnata in prima linea nella lotta all’epidemia anche in questa parte del mondo. Con i fondi donati saranno infatti acquistati presidi medico-sanitari nei campi profughi a Idlib, a nord ovest della Siria, oltre a campagne di prevenzione per bambini, famiglie e operatori con il partner locale Kids Paradise.

“L’appello che rivolgiamo ai nostri sostenitori e a tutti gli italiani – spiega il presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffiniè quello di non lasciarci soli, anche in questo momento così difficile, per non lasciarli soli. L’emergenza da Covid-19, che con tante difficoltà stiamo affrontando in Italia, purtroppo interessa e interesserà sempre di più anche popolazioni molto più deboli e, soprattutto, bambini più fragili, in tutto il mondo. Ci sono luoghi in cui parlare di posti in terapia intensiva è quasi un miraggio. Ecco, anche in un momento così drammatico, non dobbiamo dimenticarcene”.

Per informazioni: https://www.aibi.it/ita/emergenza-coronavirus/