Siria. Tra gli sfollati di Idlib: “Questo è tutto ciò che ci è rimasto in questa vita”. #Nonlasciamolisoli

Abu Ibrahim ha più di 60 anni e ha perso i suoi tre figli. Ora vive in una tenda, unico riparo dal freddo e dalle intemperie. Con Ai.Bi. puoi aiutarli

“Siamo stati costretti a trasferirci da casa nostra, nella zona di Ma`rat al-Numan, nel timore che le milizie potessero ucciderci come hanno già fatto con i nostri figli”. Abu Ibrahim ha più di 60 anni e viene da un villaggio a sud di Idlib, e parla così con lo staff di Kids Paradise, partner locale di Ai.Bi. – Amici dei Bambini nella Siria martoriata dal conflitto, che lo ha raggiunto per consegnargli la sua razione di pane, come a tanti altri sfollati. Abu Ibrahim aggiunge: “Abbiamo affrontato giorni molto difficili, non ci sono parole per descriverli, non c’è maniera nemmeno di immaginarlo se non lo si ha provato. Siamo stati sotto gli ulivi senza alcun riparo per 17 giorni ma recentemente abbiamo ricevuto questa piccola tenda, che ci ripara dal freddo e dalle intemperie”. Umm Ibrahim, sua moglie, aggiunge: “Abbiamo perso i nostri tre figli e non c’è più nessuno che ci possa aiutare, io e mio marito siamo diventati vecchi, siamo stanchi e abbiamo perso tutte le energie. Viviamo solo nei nostri corpi, non abbiamo anime”.

Gli sfollati di Idlib che hanno perso tutto. E sono quasi un milione

Abu Ibrahim e la moglie vivono come altre 974 mila persone che hanno perso tutto, sfollati che vivono in ripari di fortuna nei campi profughi nati in corrispondenza degli scontri nell’area di Idlib, la zona più calda di un conflitto che dura ormai da dieci anni e di cui hanno fatto le spese, come sempre, soprattutto i più deboli: donne, anziani, bambini. Questi ultimi, in particolare, rappresentano il 60% degli sfollati. Circa mezzo milione di minori che sopravvivono in condizioni precarie.

Siria. Tra gli sfollati di Idlib la paura dell’epidemia di Coronavirus

Quale ultimo dramma è arrivata anche la paura del Coronavirus, la pandemia globale che ha registrato il primo caso anche in Siria. L’arrivo del contagio, nei campi di sfollati di Idlib, sarebbe devastante. Il partner locale di Ai.Bi., Kids Paradise, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per informare e prevenire, uno sforzo lodevole ma che senza ulteriori aiuti non può funzionare. Quello che si può fare per evitare la catastrofe è distribuire kit igenici per garantire standard minimi di igiene.

Anche tu puoi aiutare a rispondere a questa crisi globale che colpisce in maniera più dura le popolazioni più vulnerabili. Ai.Bi. ha recentemente rilanciato la campagna #Nonlasciamolisoli. Si può contribuire alla campagna donando sul sito web di Ai.Bi. oppure con una donazione libera su c/c di Intesa San Paolo intestato a Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, IBAN IT40 Z030 6909 6061 0000 0122 477, inserendo come causale “Siria. Non lasciamoli soli”. In alternativa è possibile utilizzare il c/c postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini, IBAN IT89R076010160000000000301.