Smart working. Che cosa cambia per i soggetti fragili e la stretta di Amazon

Dal 30 settembre scade il diritto allo smart working per i lavoratori fragili, mentre il ceo di Amazon richiama all’ordine i dipendenti che non accettano il rientro in sede almeno tre giorni a settimana

Lo smart working è stato uno dei fenomeni più rilevanti nel mondo del lavoro durante la pandemia da Covid-19. Molti lavoratori hanno sperimentato la modalità di lavoro a distanza, che ha portato vantaggi ma anche sfide e criticità. Con la fine dell’emergenza sanitaria, però, si aprono nuovi scenari e nuove questioni sul futuro dello smart working.

Smart working fragili, scadenza al 30 settembre

I lavoratori fragili sono quelli che, per motivi di salute o familiari, hanno avuto il diritto di svolgere la prestazione lavorativa in modalità di lavoro agile, anche in assenza di accordi individuali stipulati per iscritto. Questa procedura semplificata era stata introdotta durante la pandemia e poi prorogata più volte, fino al 30 settembre 2023. Da ottobre, quindi, i lavoratori fragili che vorranno continuare a lavorare in smart working dovranno stipulare con il datore di lavoro degli accordi individuali secondo quanto previsto dai piani aziendali o delle amministrazioni pubbliche.
Per alcune categorie di lavoratori, però, c’è la possibilità di svolgere lo smart working agevolato fino al 31 dicembre 2023. Si tratta dei lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano almeno un figlio minore di 14 anni e dei lavoratori dipendenti che siano più esposti a rischio di contagio dal virus SARS-CoV-2, in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione o da altre patologie.
L’ipotesi che lo stop per i fragili possa nuovamente slittare appare improbabile. Già a giugno, infatti, il governo aveva espresso perplessità sull’ulteriore proroga per i fragili, in particolare per quelli che lavorano nella Pubblica amministrazione. L’opposizione aveva proposto una proroga fino a dicembre come per i genitori di under 14 del privato, ma il governo ha preferito prorogare per soli tre mesi.

Smart working Amazon, la linea dura del ceo

Amazon è una delle aziende che ha deciso di adottare una linea dura sullo smart working. Il ceo Andy Jassy ha infatti richiamato all’ordine i dipendenti che non accettano la decisione aziendale di prevedere un rientro in sede per almeno tre giorni a settimana. “Amazon non è il posto giusto per chi non è in grado di seguire la politica aziendale, pur essendo in disaccordo”, ha detto Jassy durante un incontro con i dipendenti.
La decisione di Amazon ha scatenato il malcontento tra i lavoratori, che hanno lanciato una petizione, organizzato scioperi e manifestazioni a difesa del lavoro da remoto. L’azienda ha giustificato la propria posizione sostenendo che lo smart working ha ridotto l’efficacia delle riunioni e che il modello organizzativo potrebbe essere modificato nel corso del tempo.