Spagna. Sull’aborto libero prove di retromarcia

noabortover200È polemica in Spagna sul tema dell’aborto, che la legge attuale rende possibile senza molte restrizioni anche per le minorenni. Il ministro della Giustizia, Rafael Català, ha promesso di riformare la normativa vigente cercando “un consenso con tutte le forze parlamentari per arrivare a una riforma complessiva”. Promesse a cui non crede il Forum spagnolo per la famiglia, che con il suo presidente, Benigno Blanco, risponde al Guardasigilli: “Il ministro della Giustizia sa quanto me che sull’aborto non è possibile un consenso, né qui, né in qualsiasi altra parte del mondo – ha commentato Blanco –, pertanto questo argomento per noi non vale. Questa è una scusa per evitare ciò che si dovrebbe fare in una democrazia, ossia che un governo che si è presentato alle elezioni con un impegno esplicito su un tema, deve attuare il programma per cui le persone lo hanno votato”.

Sulla questione dell’aborto, invece, il governo Rajoy si è dimostrato lento nel prendere decisioni concrete, generando le proteste delle associazioni pro-life deluse dalle promesse non mantenute. Lo stesso predecessore di Català, Alberto Ruiz Gallardon, ha deciso di dimettersi proprio dopo la retromarcia dell’esecutivo di cui faceva parte sul tema dell’aborto. Nessuna riforma, infatti, è stata ancora portata a compimento e in Spagna continua a essere in vigore la legge approvata nel 2010 da Zapatero che permette l’aborto fino alla 14esima settimana anche per le sedicenni.

Per protestare contro questa normativa, la società civile è già scesa in piazza il 22 novembre 2014 e annuncia di tornarci il 14 marzo 2015 se le cose non dovessero cambiare. “E’ vero – ammette Català riferendosi alla manifestazione di novembre –, è stato un grande evento, una dimostrazione dell’opinione pubblica contraria alla situazione attuale. Ma direi che anche il governo è contrario alla situazione attuale: abbiamo una legge modificata dal Partito Socialista unilateralmente nel 2010, che non ci piace e che vogliamo cambiare promuovendo la modifica, ad esempio, sulla necessità di un consenso dei genitori per l’aborto delle minorenni. La modifica, spiega il ministro, “dovrebbe essere il risultato di un dialogo e di un dibattito e su questo stiamo già lavorando, e nel frattempo si sta preparando un piano per sostenere la famiglia”.

Fonte: Avvenire