“Speriamo di rientrare a casa per Natale”

Le famiglie italiane bloccate in Congo/3
africabimbo 200Non sono molto consolatorie, e certo non lasciano presagire un esito  positivo e immediato della vicenda, le poche parole dette al telefono dall’ assessore Mara Gorini, in Congo con i figli, il marito e altre 25 famiglie italiane partite un mese fa per adottare 32 bambini e tuttora bloccate nella capitale del Paese. Dall’ altra parte della cornetta, in una veloce conversazione avvenuta nella tarda serata di giovedì scorso, c’ era il sindaco di Sumirago (VA) Mauro Croci. Che ora dice: «Compatibilmente al disagio e alla preoccupazione di essere in Africa con due figli piccoli al seguito, l’ho sentita bene. Certo, non vediamo l’ora che torni a casa e, personalmente, sto vivendo questa brutta storia con molta angoscia».

Croci, papà di un figlio adottato anni fa in Nepal, sa molto più di chiunque altro cosa sta provando il suo assessore in questo  momento. «Per fortuna io ho avuto un percorso più facile, ma ricordo che partii molto preoccupato perché due anni prima ci fu un colpo di Stato e alcune famiglie italiane dovettero rimanere a Katmandu per due mesi», spiega. «Oltretutto, il percorso delle adozioni, se ti va bene, è lungo tre gravidanze, e quando arriva il momento di andare a prendere tuo figlio non vedi l’ ora di salire sull’ aereo , correre da lui e ritornare in Italia ».

Gorini, con il marito Matteo Galbiati e i due bimbi di 10 e 7 anni, sono invece intrappolati a Kinshasa dal 4 novembre scorso a causa del blocco dei visti. E così, invece di rimanere un paio di settimane come da programma, ora vivono alla giornata nella speranza finora vana che arrivi una telefonata dall’  ambasciata o dalla Commissione per le adozioni internazionali. Nel frattempo i soldi stanno per finire, le  medicine e l ‘antimalarico scarseggiano e le condizioni igieniche dell’ alloggio sono alquanto precarie. Tra le 26 famiglie c’ è chi ha finito le ferie e rischia di perdere il lavoro, chi ha  messo da parte i risparmi di una vita per coronare il sogno di avere un figlio e questa estenuante attesa rischia di compromettere tutto.

Alla nota del ministro dell’ Integrazione, Cécile Kyenge, diramata l’ altro giorno (« Stiamo lavorando per darvi risposte immediate» ) da ieri si è aggiunta un’ interrogazione urgente all’ inquilina della Farnesina, Emma Bonino, firmata dai senatori del Pd Andrea Marcucci e Roberto Cociancich. Mentre da Sumirago Croci ha chiesto l’interessamento del prefetto Giorgio Zanzi, il quale si è subito adoperato prendendo contatti con il consolato congolese e con il ministero degli Esteri. La macchina della diplomazia, insomma, si è messa in moto, nella speranza di vedere la famiglia Galbiati e le altre 25 in Italia molto prima di Natale.

Gabriele Ceresa

Fonte: La Prealpina