Contrordine: lo SPID non va in pensione. Prorogata la convenzione per altri due anni

Il Governo è intenzionato a stanziare 40 milioni di euro per rinnovare la convenzione con i provider che garantiscono i servizi dello SPID, il sistema pubblico di identità digitale che continuerà a essere utilizzato almeno per i prossimi due anni

Da qualche anno, ormai, gli italiani hanno imparato ad avere familiarità con lo SPID, il sistema di identità digitale necessario per accedere a una serie di servizi come bouns, assegno unico, prenotazioni sanitarie, ecc.. Nei mesi scorsi, ne parlammo anche su AiBiNews, era cresciuta un po’ di preoccupazione per il fatto che ad aprile sarebbero scadute le concessioni verso le società che gestiscono questo servizio (il gestore più utilizzato è Poste Italiane, ma ce ne sono diversi altri che si possono scegliere liberamente) e il governo aveva ventilato l’ipotesi di “mandare il pensione” il sistema dello SPID per puntare unicamente sulla Carta d’Identità Elettronica, che già oggi può essere utilizzata in alternativa allo SPID in quasi tutti i servizi.
Il cambiamento, però, sarebbe stato un po’ troppo repentino, tenendo anche conto del fatto che la CIE (Carta d’Identità Elettronica) non è ancora diffusa così capillarmente. Infatti, ora, è arrivato il contrordine per scongiurare lo stop ai servizi offerti dai vari provider.

Rinnovata la concessione per prorogare lo SPID

Il centro della questione era più che altro economico: secondo i provider, infatti, i costi sono aumentati e sono ritenuti non più sostenibili. Da qui la minaccia di bloccare i servizi alla scadenza della precedente convenzione. La soluzione pare sia stata trovata nell’introduzione di un emendamento al decreto legislativo in discussione riguardante il PNRR che prevede lo stanziamento di 40 milioni di euro per prorogare la convenzione.
Secondo la ricostruzione de Il Sole 24 Ore, la proroga dovrebbe essere biennale: un arco di tempo che lascia più tranquilli i cittadini ma che, nel contempo, non cancella quello che è l’obiettivo vero del Governo, come ricordato dal sottosegretario alla presidenza al Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti: attuare un “serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale, attraverso un unico strumento di accesso per tutti i servizi della pubblica amministrazione e per il servizio sanitario”.
A lungo termine, dunque, è ancora probabile che lo SPID verrà superato da altri strumenti che, però, probabilmente non saranno né la CIE né la Tessera Sanitaria, ma il sistema di identità digitale europea (o european digital identity wallet) che già dal 2021 è allo studio della Commissione Ue.