Sri Lanka: migliaia di vittime e feriti tra i civili

(Colombo) Sarebbero 2150 i civili uccisi e 5000 quelli feriti dall’inizio dell’anno nelle operazioni militari a Vanni, ad un ritmo di 30, 40 vittime al giorno; è quanto si sostiene in un appello di quattro partiti tamil riuniti nell’Alleanza nazionale tamil (Tna), con 22 deputati in parlamento, in un appello rivolto alla “comunità internazionale” per imporre un “cessate-il-fuoco per assicurare un adeguato invio di aiuti umanitari, cibo e costruzione di ripari per i profughi”. I bilanci delle vittime sono difficilmente verificabili sul campo, ma il Comitato internazionale della Croce Rossa ritiene credibile una stima di “centinaia” di morti mentre l’ufficio dell’Onu per il coordinamento degli aiuti umanitari (Ocha) a Colombo parla di “migliaia tra morti e feriti”.

Nell’appello dei partiti tamil, pubblicato sul sito TamilNet vicino alla ribellione, si sostiene che nella zona dei combattimenti ci siano oltre 330.000 civili (a fronte dei 150-200.000 stimati dall’Onu e dei 70.000 dal governo); di questi 250.000 (60.000 famiglie) vivrebbero in campi profughi di fortuna e dall’inizio del conflitto sarebbero dovuti fuggire in media per più di 10 volte. Ieri il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano, Mike Hammer, in un’intervista da Washington al quotidiano cingalese Daily Mirror ha espresso a nome della sua amministrazione profonda preoccupazione per la crisi umanitaria, sollecitando il governo e i ribelli delle Tigri per la Liberazione della patria tamil (Ltte) a trovare una soluzione politica.

Hammer ha detto che secondo valutazioni in loro possesso, nei combattimenti dello scorso anno tra le diverse migliaia di morti nei combattimenti non meno di 800 erano civili uccisi durante i bombardamenti, i colpi di artiglieria e gli scontri armati ma anche a causa di esecuzioni extragiudiziali.

Nel frattempo, apparentemente in risposta alle dichiarazioni di Hammer, il portavoce del ministero della Difesa Keheliya Rambukella ha detto che il governo non tratterà mai con le Ltte che compaiono anche nella lista delle organizzazioni terroriste stilata dagli Stati Uniti. L’esecutivo, ha aggiunto Rambukella, avrà eventualmente colloqui solo con i partiti politici tamil riconosciuti. Sarebbero stati intanto oltre 150, secondo fonti militari, i ribelli uccisi durante gli strenui combattimenti nel fine settimana; anche l’esercito ha ammesso di avere avuto perdite ma non ha fornito cifre. Da parte loro, il sito TamilNet accusa l’esercito di aver bombardato sabato 7 marzo una “zona di sicurezza” provocando 53 vittime civili, facendo salire a 330 i civili morti da giovedì sotto i colpi di artiglieria e centinaia i feriti.

Da mesi l’accesso alle zone di combattimento è impedito a giornalisti indipendenti e organizzazioni umanitarie internazionali, ad eccezione di un numero ridotto di operatori locali del Comitato internazionale della Croce Rossa.

(fonte: Misna)