Stephan, 16 anni: «Papà ha promesso di non bere più, se io ritorno da lui»

A Ho, in Ghana, abbiamo incontrato il padre di un ragazzo. Sorrideva. Gesticolando verso di noi senza imbarazzo e senza la pesantezza dei suoi trascorsi di alcolismo, ci ha ringraziati tantissimo per la possibilità che diamo a suo figlio di ritornare a casa. Perché ringraziare noi?, abbiamo avuto voglia di dirgli. Bisognerebbe ringraziare i loro amici a distanza.

Il ragazzo si chiama Stephan, ha 16 anni –più o meno un uomo, da quelle parti – è nato nella regione del Volta. A 4 anni ha perso la madre e la possibilità di stare a casa, perché suo papà è passato attraverso brutte vicissitudini personali ed economiche e faticava a tirare avanti. Così, mentre i suoi due fratelli venivano ingaggiati per lavorare da altre famiglie e l’unico genitore rimastogli si dava all’alcool, Stephan ha varcato la soglia di un centro d’accoglienza vicinissimo a casa, che ospita quasi 40 minori dai 5 ai 18 anni.

C’è da dire che non ha mai perso la sua vena comica. Adora raccontare barzellette agli amici e stare a guardarli, piegati in due dal ridere. Il 13 ottobre è entrato in un sostegno a distanza. Si tratta del programma del Centro Save Widows and Orphans che coinvolge altri 31 minori nel progetto di farli ritornare a casa, aiutando i loro familiari a risolvere i loro problemi.

Stephan fa parte delle prime 20 famiglie aiutate. Il primo mese i sostenitori che lo seguono a distanza lo hanno aiutato con alimenti inviati alla sua famiglia e tasse scolastiche pagate per lui (Stephan frequenta il primo anno di scuola superiore), inoltre il ragazzo gode di un anno di assicurazione medica pagata. Con il nuovo anno inizia il sostegno al padre con l’apertura di un’attività commerciale in proprio.