Sterilità, la nuova epidemia che sta facendo estinguere l’Occidente

sterilitàLa società del benessere è malata di fertilità. E anziché impegnarsi nel prevenire quella che si sta delineando come una sorta di epidemia, si ostina a ricercare delle soluzioni che vanno al di là della natura umana.

A sottolineare quanto la sterilità sia diffusa in Occidente ci sono diversi recenti studi pubblicati sulle più famose riviste e i principali enti di ricerca del mondo. Esemplare il caso descritto dal quotidiano “Bloomberg News” che, tracciando un quadro del calo demografico negli Stati Uniti, parla della 25enne americana media, felice di aver fatto crescere per un anno un bonsai, ma non ancora pronta per avere un cagnolino e “men che meno” un bambino. Il “Telegraph” evidenzia poi come anche gli immigrati, che fino a ora avevano alzato il tasso di natalità, stanno adesso accodandosi alla media di figli per donna dei britannici. E tra i sudditi di Elisabetta II, sottolinea il “Daily Mail”, una coppia su 6 ha difficoltà a concepire. Dall’altra parte del mondo la situazione non è più felice. Lo dimostra un rapporto del Parlamento del Corea del Sud, in cui si sostiene che la popolazione locale sia in via di estinzione, avendo raggiunto un tasso di natalità di 1,19 figli per donna. Non sta molto meglio l’Italia che, secondo l’Istat, ha appena toccato il minimo storico di 1,29 figli per donna.

La causa di tutto ciò, molte volte identificata nella crisi economica, è invece una netta riduzione della fertilità. Dovuto a una serie di cause strettamente connesse allo stile di vita occidentale: diffondersi di pesticidi, plastiche e solventi, lavoro stressante, gravidanze procrastinate. Su quest’ultimo punto, i dati dicono che il tasso di fertilità cala con l’aumentare dell’età materna: la possibilità di concepire durante un ciclo mestruale è di 1 a 4 per le 20enni, di 1 a5 a 30 anni e di 1 a 20 oltre i 40 anni.

Davanti al livello crescente di infertilità, dovuta quindi a cause sociali e ambientali, sempre più coppie arrivano alla disperazione perché non riescono ad avere figli. Ma anziché parlare di prevenzione delle cause della sterilità, la nostra società tende a rifugiarsi nei mille modi che la fecondazione in vitro offre: un po’ come correre ai ripari dopo che l’epidemia è già scoppiata.

“L’impressione – si legge su “Avvenire” del 25 settembre – è che si è più attenti a dare spazio ai cosiddetti ‘nuovi diritti riproduttivi’, piuttosto che a una seria lotta all’infertilità, inducendo a procrastinare la gravidanza, nell’illusione che ‘tanto la medicina può tutto’”.

Ma, come dimostra uno studio della rivista “Plos One”, in questo modo la popolazione tende a sottostimare i pericoli che l’età avanzata porta alla fertilità, mentre sovrastima le possibilità di successo della Fiv. “Forse tanto chiacchierare sul diritto alla Fiv – dice ancora “Avvenire” – è un’arma inconscia di distrazione di massa per non guardare in faccia il progressivo ammalarsi di un mondo inquinato e invecchiato, di cui la sterilità è solo un sintomo e ai cui rimedi non vuole metter mano”.

 

Fonte: Avvenire