Stoccolma: la crisi dell’adozione internazionale? Troppa burocrazia e troppe “donazioni”

EURADOPTOltre 200 i partecipanti e un’approfondita analisi della situazione mondiale delle adozioni internazionali. La prima giornata della conferenza “L’adozione per le giuste ragioni: una scelta finale”, svoltasi a Stoccolma mercoledì 23 aprile, ha visto la presenza di operatori del mondo delle adozioni provenienti da più di 20 Paesi, con la Svezia padrona di casa. La conferenza è organizzata da Euradopt, una rete di 20 enti accreditati europei che operano nel campo delle adozioni. Amici dei Bambini è uno dei 2 rappresentanti italiani in Euradopt e, in quanto tale, presente alla conferenza di Stoccolma.

Un quadro della crisi globale delle adozioni è stato tracciato da Oystein Gudim, direttore del norvegese Adopsjonsforum, che ha individuato alcune delle maggiori criticità del momento. In primo luogo, l’eccessiva burocrazia che regola le adozioni e finisce per generare ritardi e montagne di documenti, mentre milioni di bambini attendono una famiglia che li accolga. Quindi Gudim ha avvertito sul rischio di fare della sussidiarietà un principio solo dichiarato ma non applicato. E soprattutto ha messo in guardia dal problema di quelle che lui ha definito “donazioni” e che sono in tutto e per tutto tentativi di corruzione nei confronti sia dei privati che dei governi per assicurarsi la realizzazione delle adozioni. Quale strada intraprendere quindi per mettersi alle spalle questa crisi? Per Gudim la soluzione sta nel networking e nella condivisione dei saperi e delle professionalità, soprattutto nella delicata fase di post-adozione.

Non solo l’adozione, ma la protezione integrale del bambino deve diventare una questione internazionale: questa la provocazione lanciata da Gonzalo Gutierres Lleras, direttore della colombiana Fondazione Cran, che ha posto l’accento sulla necessità di lavorare molto sulla definizione del quadro sociale e legale del minore per poter giungere nel migliore dei modi al suo reinserimento in famiglia o a dichiarare la sua adottabilità. Tutto l’iter adottivo, quindi,  deve vedere il bambino come assoluto protagonista.

Una maggiore cooperazione tra istituzioni ed enti è quanto ha chiesto Laura Martinez Mora, responsabile legale della segreteria della Conferenza dell’Aja. La qualità e la professionalità degli enti dovrebbe essere infatti sempre accompagnata, secondo la Martinez Mora, dall’erogazione di fondi per la prevenzione degli abusi e da investimenti per il supporto delle famiglie biologiche, al fine di evitare che l’adottabilità venga stabilita senza le necessarie tutele. Responsabilità, preparazione, supporto prima durante e dopo l’adozione, promozione della cultura dell’adozione: queste le parole chiave invocate dalla Martinez Mora.

La prima giornata della conferenza Euradopt ha quindi delineato uno scenario delle adozioni tenendo conto sia delle sue fragilità che delle sue potenzialità. Sta quindi agli enti, alle autorità centrali e ai governi nazionali decidere se voler tentare di sopravvivere sull’orlo dell’abisso di questa crisi o se dare una svolta definitiva alla cultura dell’adozione, rilanciandola con forza.