Folle strage in un asilo nido della Thailandia: uccisi oltre 20 bambini

Un uomo di 34 anni, ex poliziotto, ha fatto irruzione in un asilo nido in Thailandia e ucciso con pistola e coltello quasi 40 persone. La maggior parte erano bambini di 2 e 3 anni

Sembra non esserci pace, ovunque ci si volti a guardare, in questo assurdo tempo… Come se non bastassero gli orrori quotidiani della guerra in Ucraina, i neonati abbandonati in Italia e ovunque nel mondo, il conflitto in Siria che prosegue ininterrotto da più di 11 anni… (e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo) una nuova, terribile notizia arriva dalla Thailandia, dove almeno 38 persone sono state uccise da un uomo, entrato armato in un asilo nido della provincia di Nong Bua Lamphu, nella zona nord orientale del Paese.

Avevano tra i 2 e i 3 anni le vittime della strage in Thailandia

Le informazioni si rincorrono da quanto è avvenuto il fatto e lasciano ancora aperti diversi punti interrogativi. Anche sul numero dei morti si possono trovare stime differenti a seconda degli organi di stampa. Di sicuro, però, la maggior parte delle vittime (tra le 22 e le 25) sono bambini piccoli di 2 e 3 anni, uccisi dalla follia dell’assalitore probabilmente durante l’ora del riposino. Tra le vittime ci sarebbe anche una maestra dell’asilo, incinta.
Autore della strage sarebbe un uomo di 34 anni, ex poliziotto, che secondo alcune fonti era stato licenziato da poco dopo essere risultato positivo a un test antidroga. L’uomo ha inizialmente aperto il fuoco con la propria pistola, legalmente detenuta, ma, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe poi ucciso la maggior parte dei bambini utilizzando un coltello.
Dopo la strage, l’aggressore è fuggito in auto, si è recato a casa propria dove ha ucciso la moglie e il figlio, per poi togliersi la vita.
Le autorità hanno chiaramente aperto un’inchiesta, mentre re, regina e primo ministro hanno programmato visite agli ospedali dove sono ricoverati i feriti. Ma al di là delle indagini, delle veglie programmate a Bangkok e in altre città della Thailandia, rimane il vuoto e l’orrore di una strage di innocenti di fronte alla quale non esistono parole, se non quelle della preghiera.