Svizzera. La rivolta delle famiglie: “Non chiudete le Adozioni Internazionali!”

In pochi giorni raccolte oltre 10mila firme per chiedere al Consiglio Federale di rivedere la decisone di fermare le adozioni internazionali nel 2026. Troppo oneroso rivedere la legge per evitare possibili abusi

Dopo l’Olanda, anche la Svizzera ha deciso di fermare le adozioni internazionali.
Una scelta che, secondo il governo elvetico, nasce dalla necessità di contrastare irregolarità e abusi: “Oggi sappiamo che le dimensioni del fenomeno sono scioccanti”, sono le dichiarazioni del consigliere federale Beat Jans riportate da Avvenire. Ma per molte famiglie e associazioni si tratta di una resa, non di un passo avanti.
Anche perché, a leggere la vicenda, l’alternativa di rivedere le norme per scongiurare gli abusi, senza fermare le adozioni, sarebbe stata giudicata “troppo costosa”. Come se la vita di qualche bambino sia una merce come un’altra da mettere sul piatto della bilancia economica.

Una legge per vietare le adozioni internazionali

Così, a inizio anno, il Dipartimento federale di giustizia e polizia ha annunciato che, entro il 2026, elaborerà una legge per vietare l’adozione di minori stranieri. Come detto, le norme attuali, basate sulla Convenzione dell’Aja, vengono giudicate ormai inadeguate, ma rivedere il tutto sarebbe troppo oneroso, visto il calo generale delle adozioni: in Svizzera, nel corso dell’anno passato, si sono concluse “solo” una trentina di adozione. Calcolatrice alla mano… meglio chiudere tutto. D’altra parte, anche Francia, Belgio e Norvegia stanno valutando se seguire lo stesso sentiero.

La reazione

Fortunatamente, però, non tutti la pensano così. Anzi. Contro la decisione della Svizzera si è subito sollevata una mobilitazione senza precedenti. Famiglie per l’Accoglienza  – riporta sempre Avvenire – ha ricordato come crescere in una famiglia sia un diritto fondamentale: “Vietare le adozioni internazionali rappresenta una resa, non certo una scelta di civiltà”. E in pochi giorni sono state raccolte oltre 10mila firme per chiedere al Consiglio federale di fare un passo indietro. La petizione è stata consegnata a Berna dalla nuova associazione “Gruppo adozione e famiglie Svizzera”, nata proprio per difendere questo diritto.
Anche la politica ha reagito: la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale ha accolto, con 19 voti a favore e 6 contrari, una mozione presentata dal deputato ticinese Simone Gianini (PLR), che invita il governo a rivedere la sua posizione. “Bisogna concentrarsi sulla revisione del sistema per evitare gli abusi, non uscirne: il divieto non è la via giusta”, ha detto Gianini.
Il dibattito è aperto. Le famiglie che aspettano un figlio adottivo restano in bilico, ma uno spiraglio si è acceso. In gioco non ci sono numeri o burocrazia, ma il futuro di tanti bambini che, senza adozione, rischiano di restare senza famiglia, senza amore, senza un domani.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it.
Ai.Bi. organizza periodicamente anche dei corsi pensati per dare alle coppie che si avvicinano per la prima volta al mondo dell’adozione, dando loro le nozioni base sulla normativa di riferimento, le procedure da espletare, la presentazione della domanda di idoneità, ecc. Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati

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