Terzo Settore e ONG straniere. L’ex sottosegretario Luigi Bobba interviene nel dibattito aperto da Griffini (Ai.Bi.)

Intervistato da Redattore Sociale: “Penso che valorizzare, conservare e sostenere il carattere tipico e originale del nostro paese sia una risorsa”

Interviene anche l’ex sottosegretario al Welfare, Luigi Bobba, fino al 2006 presidente delle ACLI, nel dibattito aperto dal presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, sui danni di immagine portati al Terzo Settore in Italia da parte del comportamento di alcune ONG straniere. Un dibattito che Griffini aveva aperto all’indomani della pubblicazione dei dati di una ricerca IPSOS che ha dimostrato un calo di fiducia degli italiani nell’associazionismo e nel volontariato. Dati emersi all’indomani della vicenda Sea Watch.

Intervistato da Redattore Sociale, l’ex sottosegretario ha ammesso che esista una visione diversa tra le ONG italiane più tradizionali e alcune realtà internazionali. “Il terzo settore italiano – ha spiegato Bobba – ha un radicamento tipicamente locale e comunitario, basato su rapporti fiduciari di conoscenza personale. Allo stesso tempo, anche in Italia, si sono sviluppate forme di ONG che hanno una natura internazionale. Sicuramente è un approccio diverso rispetto all’elemento tradizionale del nostro sistema, ma non demonizzerei. Tuttavia, penso che valorizzare, conservare e sostenere il carattere tipico e originale del nostro paese sia una risorsa”.

“Certamente – ha spiegato ancora l’ex sottosegretario – le organizzazioni che hanno una origine di altra nazionalità o internazionale hanno un approccio tipicamente legato al mondo anglosassone, che in un certo senso stride un po’ con i caratteri tipicamente italiani di quello che è il terzo settore. Tuttavia, c’è anche da imparare da queste altre realtà, purché inquadrate in un sistema di regole”.

Regole che Griffini ha invocato, in nome della trasparenza. “Diverse regole che Griffini invoca sono già contenute nella riforma (del Terzo Settore, ndr) – sostiene Bobba – L’assenza del compenso ai presidenti e i membri del consiglio per le organizzazioni di volontariato è già prescritto. Per quanto riguarda la retribuzione dei dirigenti dipendenti ci sono già delle regole che calmierano questi compensi. La trasparenza, inoltre, è già prevista. Per tutti gli enti di terzo settore che hanno un bilancio superiore a 100 mila euro è prevista la trasparenza per le remunerazioni degli amministratori e dei dirigenti. Sono tutte regole che magari devono entrare nella prassi ordinaria, ma ci sono già”. Bisogna però rilevare che queste regole devono ancora essere stabilite dalla cabina di regia ministeriale, che ancora non lo ha fatto.

“Il tema vero – ha aggiunto comunque Bobba nell’intervista – è che queste organizzazioni, proprio perché hanno una capacità di avere un consenso fiduciario di tipo trasversale, se vengono percepite solamente come propaggine di qualsiasi forza politica, questo ne indebolisce la loro identità. Questo non deve certo farle arretrare rispetto alle battaglie che conducono. Vale per il tema dei migranti, come per l’azzardo, la disabilità e altro ancora. I grandi temi hanno bisogno da un lato di un approccio radicale, dall’altro lato queste organizzazioni hanno bisogno di identificarsi con queste scelte. Tanto più sono identificate sulle scelte che compiono, sulle azioni che realizzano e sulla comunicazione che riescono a fare di entrambe, tanto di più rafforzano la loro identità. Nessun arretramento sulla capacità di prendersi a cuore delle cause che resterebbero in fondo all’ultimo cassetto della politica, quindi, ma allo stesso tempo occorre farlo con caratteri, linguaggio e stile che siano propri e non derivati”.

L’intervista completa è stata pubblicata da Redattore Sociale.

 

Immagine via Facebook, pagina pubblica di Luigi Bobba.