Tirolo, l’appello del Vescovo al clero: “Aprite le vostre porte ai perseguitati”

tiroloLa Chiesa tirolese tende la mano ai profughi. E lo fa per bocca del vescovo di Innsbruck, monsignor Manfred Scheuer, e del direttore della Caritas tirolese, Georg Scharmer, che in una lettera aperta invitano il clero del Tirolo ad accogliere un invito di Papa Francesco: quello a lottare contro ciò che il Pontefice, durante il suo viaggio a Lampedusa dell’8 luglio 2013, definì “globalizzazione dell’indifferenza”. La lettera è il frutto di una tavola rotonda sul tema dell’accoglienza dei migranti svoltasi presso la sede del governo tirolese.

In concreto, l’appello è rivolto ai parroci, alle comunità parrocchiali e alle congregazioni religiose, affinché facciamo in modo di ricavare spazi nelle strutture che si trovano sotto la loro responsabilità: spazi che andrebbero destinati a diventare rifugi per i profughi che bussano alle porte dell’Europa.

Nel loro appello, il vescovo di Innsruck e il direttore della Caritas tirolese si ispirano alle parole di Gesù nel Vangelo di Matteo: “Ero affamato, assetato, straniero e mi avete dato da mangiare e da bere” (Mt 25, 31-46). La disponibilità all’ospitalità e all’asilo – si legge nella lettera indirizzata al clero tirolese – è uno dei tesori più grandi dell’umanità, è una melodia meravigliosa che risuona attraverso la Sacra Scrittura ed è una chance di sopravvivenza per le persone perseguitate e prive di prospettive”.

Perseguitate come quelle che provengono dai vari “teatri del bisogno, dei conflitti bellici, della persecuzione, della miseria nei campi profughi dell’Africa e del Vicino Oriente”. Scenari che non possono lasciare indifferenti. “La comunità internazionale – si legge ancora nella lettera – e tutti gli Stati si trovano davanti a grandi sfide. La corrente di profughi è certamente destinata ad aumentare la sua portata. Come Chiesa ci interroghiamo e siamo chiamati in causa”.

Nel loro invito all’accoglienza, gli autori della lettera aperta fanno appello alla tradizione umanitaria delle parrocchie e degli ordini religiosi del Tirolo. “Al tempo della guerra nella ex Jugoslavia – ricordano monsignor Scheuer e Scharmer – molte parrocchie, conventi e istituti hanno aperto le loro porte”. Ora il vescovo di Innsbruck e il direttore della Caritas chiedono che si possa creare un clima di benevolenza nei confronti delle persone in fuga, affinché l’intera comunità cristiana si schieri dalla loro parte. Senza alcuna discriminazione. “Ogni forma di xenofobia – si legge ancora nella lettera – è al di fuori della nostra immagine del mondo e dell’uomo ed è incompatibile con la fede cristiana.

Nel 2013 la diocesi tirolese ha messo a disposizione 106 alloggi singoli e attualmente la Caritas austriaca può fornire 2.769 residenze per i richiedenti asilo. A questi bisogna aggiungere altre 5mila persone che, pur non essendo alloggiate presso strutture della Caritas, sono comunque assistite da essa in vario modo. E considerato il flusso migratorio dalla Siria, è da prevedere a breve l’arrivo nella regione di altri 100-150 profughi.

L’incontro presso la sede del governo tirolese ha comunque già dato i suoi primi frutti: 100 nuovi posti sono già stati creati, 70 dei quali all’interno di strutture della diocesi.

 

Fonte: Vita Trentina