Tragedia di Lampedusa, gli orrori “vengono a galla”

lampedusa29Dalle oscure acque che hanno risucchiato la vita di 366 immigrati, lo scorso 3 di ottobre, al largo delle coste di Lampedusa, non riemergono più corpi, ma riaffiorano i ricordi agghiaccianti dei sopravvissuti alla tragedia.

Sono stati infatti ascoltati dalle autorità giudiziarie i sette eritrei chiamati a testimoniare nel procedimento contro un 25enne ex guerrigliero somalo, accusato di aver partecipato alla tratta umana che è poi culminata nel disastro dell’Isola dei Conigli.

Siamo stati maltrattati e torturati per giorni dopo essere stati sequestrati al confine tra il Sudan e la Libia da un gruppo di somali a bordo di pick up sotto le minacce delle mitragliatrici”, hanno raccontato i testimoni agli inquirenti. “Arrivati in una specie di campo, alcuni di noi sono stati picchiati con manganelli e sono stati sottoposti a scariche elettriche“.

Tra gli eritrei chiamati a testimoniare, anche una ragazza, appena diciottenne, che ha ricordato fra le lacrime i numerosi abusi subiti, e che ha voluto precisare di non essere stata l’unica: con lei, a rimanere vittima di violenze raccapriccianti, c’erano altre 19 ragazze, tutte morte, purtroppo, in occasione del naufragio.

Quella che sta emergendo dalle indagini, secondo quanto hanno scritto i magistrati nel fermo di polizia giudiziaria, è una vera e propria moderna tratta degli schiavi con un enorme fonte di arricchimento a costi praticamente irrisori.”

Non c’era bisogno, forse, di questa ennesima storia di sopruso per confermare quello che ormai tutti sanno: sono storie di ordinaria ingiustizia, disumanità e sofferenza, di cui gli italiani conoscono solo l’ultima, drammatica parte.

Non c’è bisogno di elaborare chissà quali statistiche, per immaginare che a subire questo tipo di abusi, spesso, siano anche minori, e in particolari ragazze e ragazzine indifese.

C’è solo bisogno di attivarsi, ciascuno per la sua parte, in piccolo o in grande, per garantire quanto meno a tutti i minori stranieri non accompagnati che sbarcano sulle nostre coste, un’accoglienza giusta, che possa restituire loro una parvenza di serenità e un “approdo sicuro”.

 

Fino al 2 febbraio prossimo, sarà possibile donare subito 2 Euro al progetto Bambini in Alto Mare, inviando un SMS  al numero 45509, oppure 2 o 5 Euro chiamando da rete fissa.