Transnistria, la spina nel fianco dell’Europa che rischia di trasformare la Moldova in una nuova Ucraina

transnistriaUna sottile striscia di terra, ampia non più di 3.500 chilometri quadrati, costituisce una piccola ma dolorosa spina nel fianco dell’Europa. È la Transnisitria, che si snoda lungo il confine tra Moldova e Ucraina e rischia di diventare una nuova Crimea. Con conseguenze drammatiche per gli equilibri continentali e per le sorti della popolazione  locale, a cominciare dai bambini.

Zona “calda” fin dalla caduta dell’Unione Sovietica, la Transnistria dichiarò unilateralmente l’indipendenza il 2 settembre 1990, incoraggiata da Mosca. Ne scaturì una guerra civile mai davvero terminata: a luglio del 1992 si decise per un cessate il fuoco che non portò a una vera pace, ma solo a un congelamento del conflitto. Che adesso, con la situazione della vicina Ucraina che si fa sempre più bollente, potrebbe pericolosamente scongelarsi.

Sull’onda della richiesta della Crimea di entrare a far parte della Federazione Russa, la Transnistria ha avanzato analoga pretesa. Una rivendicazione che mette in crisi la Moldova, di cui la regione con capoluogo Tiraspol fa parte. Tanto da far temere che la Moldova stessa di trasformi in una nuova Ucraina.

A Chisinau, dopo l’indipendenza dall’Urss datata 1991, si sono alternati al governo i comunisti filorussi e i filoeuropeisti. Questi ultimi sono  al potere dal 2009 e hanno firmato un accordo con Bruxelles con l’obiettivo di integrare il loro Paese nel mercato comune. In seguito a questa convenzione, l’economia moldava è cresciuta, sono state attuate riforme politiche e oggi i moldavi hanno libertà di circolazione nell’Unione Europea.

Resta però la piaga della corruzione che genera nella popolazione risentimento e alienazione dalle istituzioni. Se si aggiungono le rivendicazioni della Transnistria, si capisce come la situazione in Moldova diventi ogni giorno potenzialmente più esplosiva. Nel frattempo, infatti, i russofoni locali hanno già chiesto protezione a Mosca e ordinato la mobilitazione di tutti i riservisti  tra i 18 e i 27 anni.

A due passi dalla crisi ucraina, il deteriorarsi dei rapporti tra Chisinau e l’autoproclamatasi repubblica di Tiraspol fa temere il riesplodere di quel conflitto congelato più di 20 anni fa. Allo stato attuale delle cose, infatti, anche il minimo incidente diplomatico potrebbe avere conseguenze irreparabili.

A rimetterci più di tutti sarebbero purtroppo come sempre i più piccoli. La Transnistria ha una popolazione di oltre mezzo milione di abitanti, di cui, in caso di guerra, molti sarebbero costretti a lasciare le proprie case e a sfollare alla ricerca di riparo. Senza contare i tanti bambini che resterebbero orfani o abbandonati a causa della chiamata alle armi dei loro genitori e della miseria che affliggerebbe le loro famiglie. Il tutto, come in Ucraina, a due passi, dal nostro Occidente.

 

Fonte: Corriere della Sera