Trentino. Bimbo contagiato, tutta la classe in quarantena. Campanello d’allarme in vista del 14 settembre

Dalla Francia arriva la proposta di ridurre l’isolamento a sette giorni. Governo e CTS la stanno valutando

Solo lunedì gli asili nido hanno riaperto in tutta Italia e subito sono arrivati i primi guai da Coronavirus. A Pergine Valsugana, in Trentino Alto Adige, dopo che un bimbo è risultato positivo al Covid-19, è scattata la quarantena per tutta la classe, oltre che l’obbligo di tampone per altri cinque bimbi. Altro caso a Crema, in provincia di Cremona: la febbre di un bambino, segnalata correttamente dai genitori all’uscita verso casa dalla scuola comunale Iside Franceschini, ha fatto scattare il protocollo anti-Covid, con tutta la classe del piccolo lasciata a casa, a pochi giorni dalla prima campanella. Ma la campanella, quella d’allarme, suona in vista della riapertura delle scuole, prevista per lunedì. Quante classi saranno costrette a fermarsi per i canonici 14 giorni di quarantena? Quanto queste situazioni inficieranno l’apprendimento, dopo un anno sostanzialmente perso, a causa del malfunzionamento della didattica a distanza?

Quarantena per un solo bimbo contagiato: una spada di Damocle sull’anno scolastico

Questioni, queste, che pesano come una spada di Damocle sull’anno scolastico che sta per aprirsi. I 14 giorni di quarantena sembrano molti, troppi. In Francia, anche per questo, si è appena deciso di ridurli a sette. Una settimana. Questo perché, come spiegato dal ministro della Sanità francese, “si è più contagiosi nei primi cinque giorni dopo la comparsa dei sintomi o dopo un test positivo. Poi la contagiosità diminuisce in maniera molto significativa e dopo una settimana rimane, ma è molto debole“. “In Italia – spiega un articolo pubblicato dal Corriere della Seral’isolamento fiduciario di chi ha avuto contatto con un soggetto positivo dura 14 giorni e per essere dichiarati guariti (dopo un tampone positivo) occorrono sempre due tamponi negativi. Accorciando i tempi la Francia sta facendo da apripista in Europa. A luglio negli Stati Uniti i Cdc (Centres for Disease and Prevention) hanno optato per una quarantena di 10 giorni dall’inizio dei sintomi mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda (in assenza di tampone) almeno tre giorni senza sintomi e per gli asintomatici un isolamento precauzionale di dieci giorni dopo il tampone positivo”.

Quarantena: le valutazioni di Governo e CTS sul modello francese

Secondo Luca Richeldi, membro del Comitato tecnico scientifico che supporta il Governo italiano nell’emergenza, quella francese “è una decisione che molto probabilmente verrà valutata anche in Italia, soprattutto perché avrebbe grande impatto nel rendere più semplice le misure di quarantena. È molto improbabile che una persona sia ancora contagiosa dopo dieci giorni. Oggi siamo in una fase in cui probabilmente avendo una pressione inferiore e meno emergenziale possiamo forse prenderci il lusso di scelte meno conservative”. Gli ha fatto eco il premier, Giuseppe Conte: “Alcuni Paesi stanno riflettendo sulla durata della quarantena, è una prospettiva importante. Se fosse possibile ridurla a 7 giorni, potremmo ridurre i costi sociali ed economici”.

Tra i costi sociali, ovviamente, vanno inclusi i giorni di scuola saltati, perché l’emergenza, oltre che socio-economica, sta purtroppo diventando anche educativa.