Un rischio per tutti: almeno 5 milioni di italiani – di cui più di un milione di over 60 – non faranno il vaccino contro il COVID

Tra di loro si ritrovano anche i timorosi del vaccino ma a giocare a sfavore degli anziani in alcuni casi possono essere una mancata informatizzazione o problemi di tipo logistico

In Italia prosegue senza sosta la campagna vaccinale e anche se la curva dei contagi sembra essere in discesa non bisogna assolutamente abbassare la guardia contro il virus.

Eppure nel nostro Paese secondo una stima, potrebbero essere circa 5 milioni gli italiani a non volersi ancora vaccinare.

I no-vax nel Nord-Est del Paese sono il 18%, nelle altre Regioni siamo al 10-12%. Il fenomeno – spiega il generale Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza, in un’intervista ripresa da ADnKronos – è statisticamente rilevante se sale sopra il 5%”Gli italiani quindi che molto probabilmente non faranno il vaccino – sottolinea l’agenzia di stampa – o aspetteranno fino all’ultimo sono circa 5 milioni, calcolando che sono 50 mln gli over 16”.

Ciò che preoccupa e fa riflettere è constatare, come riportano gli ultimi dati diffusi dal governo, nel consueto report settimanale, che tra le persone ancora non vaccinate si annoverano anche 472.202 over 80, il 10,40% del totale, e ben 1.235.713 over 70, il  20,55% del totale. Proprio le fasce di età più fragili e maggiormente a rischio.

Ma, come sottolinea La Stampa, anche “un milione e 200 mila sessantenni non si è proprio fatto avanti per avere il vaccino, nonostante le prenotazioni in tutte le regioni siano oramai aperte da molto tempo per questa fascia di età”.

Tra tutti loro si trovano i timorosi del vaccino ma soprattutto per quanto riguarda gli anziani, il problema della mancata prenotazione potrebbe derivare anche da una carente informatizzazione o da problemi di tipo logistico.

Il ruolo di farmacisti e medici di famiglia

Per convincerli ed aiutarli, un ruolo di punta dovranno giocarlo farmacisti e medici di famiglia. La relazione di fiducia instaurata con il cliente/paziente potrebbe infatti, fare davvero la differenza e permettere una diffusione capillare della vaccinazione anche nei centri più piccoli.

“L’idea che ci hanno sottoposto – spiega Alberto D’Ercole, direttore generale di Federfarma come riportato da Repubblica – è di intervenire su quelli che sono sfuggiti magari perché poco informatizzati, perché vivono soli, perché non sono in grado di spostarsi verso gli hub. Le nostre farmacie possono essere un punto di riferimento, perché da noi gli anziani entrano di frequente […]L’idea è di avere un nostro canale di prenotazione, come si fa ad esempio con le visite specialistiche. Possiamo quindi essere noi a fissare l’appuntamento per quelle persone, e poi magari anche a fare la somministrazione nei nostri esercizi”.