Una donna lavoratrice può diventare mamma affidataria?

Buonasera mi chiamo Marta,

e sono sposata da circa 10 anni. Con mio marito vorremmo prendere un bambino in affido, ma io lavoro, con orari dalle 8.30 alle 13.30 e nel pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30. Mi hanno detto che bisogna avere tanto tempo a disposizione e che forse è meglio che almeno la mamma sia libera da impegni lavorativi.

E’ vero? Grazie mille

 

PELLINICara Marta,
Non è del tutto corretto quanto vi hanno riferito.
Intanto non dimentichiamo che i bambini, coinvolti in un progetto di accoglienza familiare, hanno bisogno di normalità e, oggi, normalità è anche una mamma che lavora. Certo, come tutte le mamme lavoratrici, dovrà trovare il modo di non trascurare il figlio affidato, ma a sua disposizione ci saranno agevolazioni quali maternità e permessi lavorativi come per tutte le mamme. Questo permette ad ogni genitore affidatario di poter accompagnare il bambino accolto agli incontri con i genitori biologici, con i servizi sociali o ad eventuali terapie previste nel progetto di accoglienza. Certo gli impegni non sono pochi per una mamma e un papà affidatari, bisogna sicuramente essere disponibili a qualche rinuncia.
Inoltre non dimentichiamo mai che l’accoglienza familiare temporanea non prevede solo la forma residenziale, ma prevede anche forme part-time per cui potrete accogliere nella vostra famiglia minori  durante le vacanze estive, i fine settimana o per alcune ore al giorno… Sono molte le forme del part-time in quanto pensato per rispondere agli effettivi bisogni del bambino e della sua famiglia d’origine.
Ogni persona che abbia il desiderio di accogliere un bambino la cui famiglia si trova ad affrontare disagi temporanei, può essere una risorsa, sia essa sposata, convivente o single. Ciò presuppone che sia previsto anche il genitore affidatario lavoratore.
Purtroppo le notizie rispetto a questa bellissima forma di accoglienza sono spesso imprecise e negative. È necessario cambiare questa errata e poco motivante cultura legata all’affido trasformandolo in una vera accoglienza familiare temporanea.
La ringrazio per averci offerto la possibilità di chiarirne alcuni aspetti.

 

Cristina Riccardi

Membro del consiglio direttivo di Ai.Bi. con delega all’accoglienza familiare temporanea