Una scout tra i bimbi del Congo

bimbi2buonaRiportiamo di seguito un articolo pubblicato a firma della giornalista Mariangela Milani su “Libertà”, quotidiano della provincia di Piacenza, in cui si racconta la storia di Anna Molinari, giovane volontaria di Amici dei Bambini. Originaria del comune piacentino di Castelsangiovanni, Anna è ora impegnata nei progetti a sostegno dell’infanzia abbandonata nella complessa realtà della Repubblica Democratica del Congo.  

 

C’è anche una giovane di Castelsangiovanni tra gli “angeli” che ogni giorno a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, si preoccupano di garantire un futuro ai bambini africani senza famiglia. Anna Molinari, che compirà 28 anni in maggio, ha alle spalle una laurea triennale in mediazione linguistica e culturale a Milano, con specializzazione in diritti dell’uomo ed etica della cooperazione internazionale a Bergamo e master di secondo livello in diritto delle migrazioni. Ha scelto di spendere le sue conoscenze e la sua voglia di fare a favore dei bimbi meno fortunati. Da febbraio, dopo un periodo preparatorio di un paio di mesi, si trova in Congo dove lavora per Amici dei Bambini (Ai.Bi.), una onlus impegnata a offrire ad ogni bimbo solo una famiglia, promuovendo ad esempio le pratiche di affido in Italia e all’estero, le adozioni internazionali, ecc.

In Africa Anna Molinari ha portato il suo bagaglio di esperienza maturata, tra l’altro, in anni di militanza tra gli scout di Castelsangiovanni. “Sono una scout da sempre – racconta – ho iniziato a sette anni nelle lupette, sono stata poi guida, scolta e oggi capo. Lo scoutismo ha avuto senza dubbio una parte fondamentale nella mia vita e l’ha tuttora: cerco di fare del motto Del nostro meglio per essere pronti a servire il filo conduttore delle mie giornate e della mia vita. Quando sono arrivata qui ho percepito come una sensazione d’impotenza: mi dicevo che in fondo i problemi qui sono talmente tanti che io da sola non avrei certo potuto cambiare la situazione”.

Dopo lo scoraggiamento iniziale, durante una serata in cui si discuteva proprio di questo argomento ha capito una verità semplice, ma spesso dimenticata: “Non dobbiamo avere la presunzione di cambiare il mondo, ma cominciamo a fare del nostro meglio in quello che facciamo, qualsiasi cosa sia, e piano piano le cose funzioneranno. E soprattutto avremo fatto il nostro dovere”.

La realtà con cui la scout castellana ha dovuto relazionarsi non è stata facile. “Troppi bambini malati o affamati, troppa differenza tra i quartieri ricchi e quelli dove le persone vivono letteralmente nella spazzatura” racconta senza nascondere le difficoltà incontrate. “Non è facile relazionarsi con chi mette al primo posto il denaro – dice – e che vede me, bianca, prima come una potenziale risorsa economica e poi come una persona con cui familiarizzare”.
Anna in Africa ha imparato anche il valore delle piccole cose. “Una cosa che guardo ora con altri occhi – dice – è la libertà di muovermi, che a Castelsangiovanni è scontata, ma che qui non ho per questioni di sicurezza. Ma anche gesti semplici come accendere la luce, bere acqua di sorgente, avere sempre accesso a internet, avere l’acqua calda sempre. Vivere qui mi aiuta a capire quali sono le cose importanti”.

La giovane tiene i contatti con familiari e amici tramite skype, mail, sms e whatsapp. “Mi mancano la vita quotidiana con la mia famiglia, le mie nonne, i miei amici, la comunità capi e i miei lupetti – racconta – però ho scoperto che la lontananza avvicina. Mi aiuta a capire quanto sono fortunata ad avere una famiglia che mi supporta, amici che anche se lontani ci sono sempre”.