Vaccino a mRNA contro il tumore al polmone: la sperimentazione che potrebbe cambiare la medicina

Parte il trial in sette Paesi per testare il vaccino BNT116, che mira a istruire il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali. Risultati definitivi attesi entro il 2026

È iniziata la sperimentazione di un vaccino a mRNA contro il tumore al polmone non a piccole cellule in sette Paesi. Questo farmaco, sviluppato dalla BioNTech, utilizza la stessa tecnologia impiegata nei vaccini anti-Covid, originariamente pensata per la ricerca oncologica. Il trial di fase 1, che terminerà a gennaio 2026, punta a valutare la sicurezza e la tollerabilità del vaccino, con risultati preliminari che lasciano intravedere un potenziale rivoluzionario nel trattamento di uno dei tumori più letali.

Il vaccino

Il BNT116 è progettato per indurre una risposta immunitaria mirata, capace di riconoscere e combattere le cellule tumorali marcate da specifici antigeni, comuni nella maggior parte dei pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule. Questi antigeni vengono presentati al sistema immunitario tramite sei diversi filamenti di RNA messaggero (mRNA), che fungono da istruzioni per attivare le difese naturali dell’organismo contro le cellule maligne, riducendo il rischio di recidive.
Il vaccino non è preventivo, ma terapeutico: viene somministrato dopo la diagnosi di tumore e prevede un protocollo rigoroso di iniezioni, che si svolgono in sessioni settimanali durante le prime sei settimane, seguite da un mantenimento meno frequente per circa un anno. Durante la sperimentazione, il vaccino sarà utilizzato in combinazione con trattamenti standard come chemioterapia e immunoterapia, offrendo una nuova speranza ai pazienti con malattia avanzata o metastatica.

Sette Paesi per la sperimentazione

La sperimentazione coinvolge 34 centri di ricerca distribuiti in sette Paesi: Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna e Turchia. In totale, circa 130 pazienti, con malattia in diverse fasi, parteciperanno al trial. Particolare attenzione verrà posta sulla capacità del vaccino di prevenire le recidive, uno dei principali ostacoli nel trattamento di questo tipo di cancro. Successivamente, nella fase 2, verrà valutata l’efficacia del BNT116 in combinazione con l’anticorpo monoclonale cemiplimab, come possibile trattamento di prima linea per i pazienti con tumore metastatico.
Tra i primi partecipanti al trial figura Janusz Racz, un londinese di 67 anni, ricercatore in intelligenza artificiale, che ha scelto di partecipare alla sperimentazione con la speranza di contribuire al progresso scientifico e di aiutare altre persone in futuro. La comunità medica, intanto, accoglie con ottimismo questa nuova strada nella lotta contro il tumore al polmone. Dame Cally Palmer, direttrice nazionale per l’oncologia del NHS britannico, ha parlato di un farmaco potenzialmente rivoluzionario, mentre il professor Siow Ming Lee, responsabile dello studio nel Regno Unito, ha dichiarato che potrebbe aprirsi “una nuova era” nel trattamento del cancro ai polmoni.

Quando saranno disponibili i risultati?

Tuttavia, nonostante l’entusiasmo, è fondamentale mantenere un approccio cauto: i risultati definitivi sulla sicurezza e sugli effetti del vaccino non saranno disponibili prima del 2026. Fino ad allora, il percorso è ancora lungo, ma le premesse lasciano ben sperare.

[Fonte: Focus]