Vanna Iori (Responsabile Infanzia PD). “Un dato preoccupante: occorre rafforzare gli strumenti culturali, sociali e istituzionali”

vanna“Il calo delle adozioni in questi ultimi anni rappresenta un dato  preoccupante sia perché esprime un arretramento sul versante del diritto dei minori a una famiglia, sia perché è un indicatore della crisi economica che colpisce un numero crescente di famiglie, restringendo il numero di nuclei familiari in grado di esercitare l’accoglienza di un figlio”.  Non le manda a dire Vanna Iori, responsabile nazionale del Partito Democratico per l’infanzia e l’adolescenza, commentando le proiezioni sul crollo delle adozioni internazionali che registrano un calo del 30% nel 2014 rispetto al 2013 e del 50% rispetto al 2010.

Cifre drammatiche che riflettono un trend in caduta libera di un settore che, invece, dovrebbe essere sostenuto e supportato in ogni modo e con ogni strumento. Si tratta di proiezioni stilate sulla base dei dati pubblicati da alcuni Enti sui propri siti istituzionali, come indicato dalle Linee guida della CAI, (Commissione Adozioni Internazionali) e da riscontri avuti  dai Paesi di origine dei bambini adottati.

“Se accogliere bimbi in situazioni di difficoltà – continua la deputata del PD – è un gesto di generosità,  l’indigenza crescente è certamente un deterrente, poiché la precarietà occupazionale rende più incerta l’assunzione di responsabilità verso una nuova presenza. Alle difficoltà economiche sono poi da aggiungere le difficoltà relazionali vissute da un crescente numero di famiglie. Aspetto, quest’ultimo, che mina la disponibilità emotiva e affettiva all’accoglienza”.

Per Iori “la complessità dei rapporti internazionali rende poi più complesse le adozioni di bimbi stranieri. Per tutte queste ragioni è importante mettere in atto e rafforzare tutti gli strumenti culturali, sociali e istituzionali, oltre agli interventi innovativi, per favorire la ripresa delle adozioni”.

Una fotografia dello stato attuale che sembra togliere speranza a tanti bambini in attesa di una famiglia che li accolga. La crisi attraversa in modo trasversale vari Paesi, in misura e percentuale diversa. Ma nessuno sembra esserne esente: a giudicare dai riscontri degli stessi Paesi stranieri.

Le realtà più colpite sono l’Etiopia, la Federazione Russa e la Repubblica Democratica del Congo: nella prima gli iter adottivi vanno fortemente a rilento; in Russia, a settembre scorso, in occasione di un seminario a Mosca, l’Autorità russa ha evidenziato che rispetto al precedente anno si è passati da circa 2.000 adottabili per l’adozione internazionale a 1.000. In Congo la situazione è ancora ferma al blocco delle adozioni da settembre 2013.

Situazione che non migliora in Cambogia che è passata dalle 554 adozioni del 2011 alle 179 del 2013  e ancora non ha ripreso l’attività e l’Ucraina passata dai 297 bambini accolti dalle famiglie italiane nel 2011 ai 146 nel 2013; probabilmente per il 2014 questi dati subiranno un ulteriore calo.