Perché l’arrivo della variante Omicron potrebbe segnare l’inizio della fine della pandemia?

Al virus “conviene” trovare una convivenza pacifica con l’organismo: se la variante Omicron si dimostrasse più contagiosa ma meno aggressiva, potremmo trovarci davanti all’adattamento del virus che il mondo aspettava

In questi anni di pandemia, abbiamo ormai imparato a prendere con le pinze qualsiasi notizia, ma, nello stesso tempo, abbiamo visto come basti poco per far cambiare improvvisamente il corso delle cose. Spesso nel male, ma qualche volta anche nel bene. Sulla scorta di tutto ciò, abbiamo accolto quasi come un inevitabile déjà vu la comparsa della variante Omicron, pronti a rivivere una nuova recrudescenza del virus.
Eppure, da qualche parte della nostra mente, c’è un piccolo spiraglio di speranza che quasi temiamo di esternare.

Variante Omicron: possibile inizio della fine?

Qualche giorno fa abbiamo scritto del caso tutt’ora da spiegare del Giappone che, dopo aver visto i contagi schizzare alle stelle durante l’estate, ha assistito a un progressivo “stop” del virus, con la variante Delta che sembra quasi essersi “auto – distrutta” nella sua costante corsa alla mutazione per convivere con l’organismo dell’uomo. Una caratteristica, questa, che qualcuno inizia timidamente ad associare anche alla variante Omicron. Il concetto di base, semplificando molto, è che il virus, essendo un essere vivente, ha come primario obiettivo primario quello della sopravvivenza: in un certo senso quindi, gli “conviene” trovare una sorta di equilibrio con l’organismo che lo ospita, in maniera che quest’ultimo non faccia di tutto per eliminarlo. “Ammesso che il virus abbia una ‘intelligenza – spiega Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia a ADNKronos salute – non gli conviene eliminare l’ospite, bensì conviverci. Se la nuova variante si confermasse davvero più trasmissibile, ma meno aggressiva, potrebbe essere l’adattamento di Sars-CoV-2 che aspettavamo”.
Il tutto, è bene sottolinearlo, è ancora solo una teoria: le conferme le potrà dare solo il tempo e lo studio approfondito delle mutazioni che hanno portato alla nuova variante. Qualche labile indizio, però, c’è, e con essi la speranza che l’Omicron possa diventare l’Omega dell’alfabeto del Covid.

Urge vaccinarsi: contro contagi e variante Omicron potrebbe essere necessaria anche una quarta dose

Nell’attesa di scoprire se davvero potrà essere così, la lotta al virus prosegue sulla strada dei vaccini: la terza dose è ormai la necessaria nuova fase che presto coinvolgerà tutti i vaccinati, mentre nella seconda metà di dicembre partirà la vaccinazione ai bambini tra i 5 e gli 11 anni.
Ma siccome la rincorsa continua, già si parla di quarta dose. Lo ha fatto il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli, che a Sky TG24 ha confermato come la quarta dose sia “una possibilità concreta”. La priorità, però, resta quella di raggiungere con una prima copertura chi ancora non ce l’ha, a partire dall’1,3 milioni di over 60 che finora non hanno voluto vaccinarsi e rischiano di contrarre una malattia in forma grave, data la fascia d’età a rischio.