Venezia, con la benedizione delle adozioni la Chiesa riconosce la gioia dell’accoglienza

benedizione-adozione1Quale occasione migliore della “domenica della gioia”, che precede di poco il Natale, per consacrare cristianamente la bellezza di un percorso speciale come quello dell’accoglienza di un bambino abbandonato? È stata tutt’altro che casuale, infatti, la scelta di domenica 14 dicembre per la celebrazione del rito della benedizione delle adozioni, che ha visto protagoniste 14 famiglie venete. Tra queste, 6 di Amici dei Bambini, provenienti da tutta la regione, più altre 8 arrivate dal territorio del Patriarcato di Venezia. La diocesi veneziana, per volere del Patriarca, Sua Eccellenza monsignor Francesco Moraglia, è stata infatti la seconda, dopo quella di Bologna, ad accogliere l’appello di Ai.Bi. e della comunità “La Pietra Scartata” a estendere a livello diocesano il rito della benedizione delle adozioni.

La celebrazione che ha consacrato le adozioni delle 14 famiglie venete si è svolta nella chiesa del centro pastorale “Cardinal Urbani” di Zelarino, in provincia di Venezia, officiata da don Danilo Barlese, vicario episcopale per la pastorale familiare della diocesi veneziana.

“Il rito è stato un momento davvero importante per tutte le famiglie che vi hanno preso parte – spiega Massimo Cecchetti, genitore adottivo di Ai.Bi. e membro della Commissione diocesana Sposi e Famiglia “Adozioni e Affido” del Patriarcato di Venezia – e che hanno visto così riconosciuto anche a livello ecclesiale il loro percorso di accoglienza. La Chiesa, infatti, apprezza e incoraggia l’adozione ed è parso oltremodo significativo che sia stata scelta proprio la ‘domenica della gioia’ per celebrare il percorso dell’accoglienza, fatto sì di fatica, ma anche e soprattutto di felicità”.

Il rito della benedizione delle adozioni è stato preceduto, la sera di sabato 13 sempre presso il centro pastorale di Zelarino, dalla rappresentazione-contemplazione “… Ma Dio tace”, portata in scena dalle famiglie adottive di Ai.Bi. Il testo, scritto dal presidente di Amici dei Bambini Marco Griffini, è una riflessione su abbandono, speranza e adozione. La rappresentazione ha richiamato spettatori da tutta la regione: almeno 120 le persone che vi hanno assistito e che, al termine della serata, si sono dette particolarmente “suggestionate soprattutto dall’accostamento tra il bambino lasciato solo e Cristo abbandonato dal Padre sulla Croce.

La rappresentazione di “… Ma Dio tace” ha concluso un percorso di preparazione al rito della benedizione delle adozioni iniziato il 29 novembre con un incontro di catechesi tenuto da don Danilo Barlese. In quell’occasione, don Barlese aveva approfondito il senso cristiano della genitorialità e il significato dell’adozione come evento cristiano da celebrare comunitariamente e come atto di fede capace di generale amore.