Verso la gratuità delle adozioni internazionali: dal 1 gennaio 2014 solo chi potrà, pagherà i costi della procedura adottiva. Istituito un “fondo per l’accoglienza”

ITAUn atto di giustizia deve poter essere gratis. E non c’è giustizia più grande che dare un papà e una mamma a un bambino abbandonato. «Se tutti fossero convinti di questo, la gratuità delle adozioni per le coppie meno abbienti sarebbe già legge», ha dichiarato Marco Griffini,  presidente di Ai.Bi. nella relazione inaugurale della XXII Settimana di Studi e Formazione, in corso a Gabicce (Pu).

La gratuità delle adozioni è tra gli obiettivi recepiti nella proposta di modifica della legge 476/98, depositata su sollecitazione di Ai.Bi. a Palazzo Madama dal senatore Aldo Di Biagio e alla Camera dai deputati Mario Caruso e Khalid Chaouki. Adesso la proposta è in attesa di discussione da parte della Commissione Giustizia della Camera.

Ma, nell’attesa della nuova legge, Ai.Bi. intende anticipare la riforma e introdurre la gratuità delle adozioni, a partire dal 1 gennaio 2014, facendo affidamento solo sulle proprie forze. 

Facciamo chiarezza sul principio di gratuità. “L’obiettivo generale è la riduzione dei costi delle adozioni internazionali”, spiega Griffini. “Ma intanto vogliamo  fissare un principio di civiltà. Perché un costo uguale per tutti diventa un fattore discriminante tra ricchi e meno ricchi. Le famiglie devono poter pagare costi commisurati al reddito familiare, fino alla totale gratuità per precise categorie. Ma niente furbetti. Le famiglie che chiedono di pagare meno della quota standard, dovranno accettare di sottoporsi a controlli scrupolosi sulle effettive possibilità economiche da parte dell’associazione.

E’ chiaro a tutti che le procedure adottive hanno oneri che è impossibile abbattere. In attesa che il «sistema Italia» trovi una soluzione, Ai.Bi. ha istituito il  proprio «fondo dell’accoglienza».

Il Fondo viene alimentato da  donazioni private e lasciti testamentari ed è gestito e utilizzato da Ai.Bi. per sostenere esclusivamente interventi correlati alla missione dell’associazione, ovvero il diritto di ogni bambino di essere figlio, con particolare attenzione a situazioni  aventi carattere di urgenza e a interventi che possono attenuare gli effetti della crisi economica in atto. Tra gli interventi finanziabili, c’è il sostegno, anche economico, a famiglie adottive e affidatarie con limitate possibilità economiche. Non è ammissibile che una coppia rinunci ad adottare per mere questioni economiche.

Di più. Ai.Bi. è un movimento di famiglie adottanti e affidatarie. Vogliamo lanciare un’opportunità, facoltativa, per le famiglie adottanti più benestanti. Esse potrebbero adottare il proprio figlio, e scegliere di aiutare un secondo bambino a essere accolto da un’altra coppia. Un modo per trasformare la solidarietà in azione.