Vincenzo Starita: “Ecco la mia idea per una CAI ‘partecipata‘”

Le tre direttrici indicate dal Vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali per il rilancio del sistema dell’ accoglienza adottiva: “dialogo”, “rete” e “partecipazione”.

Da una bella intervista al Vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali Vincenzo Starita, realizzata da Sara De Carli, per Vita, emerge quella che è la caratteristica di fondo che lega, in questo difficile periodo di pandemia, il lavoro portato avanti con grande impegno dalla CAI e da tutti gli enti autorizzati a favore dell’infanzia abbandonata e delle coppie in attesa e che si può tradurre con i termini “dialogo”, “rete” e “partecipazione”.

La pandemia ci ha insegnato l’importanza di lavorare in rete, di creare tavoli e in questo lo sviluppo telematico ci ha aiutato, a cominciare dal fitto dialogo con gli enti, le altre Autorità Centrali e le nostre Rappresentanze diplomatiche per risolvere le tante questioni da affrontare per consentire l’arrivo in Italia dei bambini in questo periodo complesso- commenta Vincenzo Starita.

Partecipazione e dialogo costante

Una partecipazione e un dialogo costante a cui il Vicepresidente CAI crede fermamente, tanto da aver avviato un importante lavoro di revisione delle Linee Guida per gli enti autorizzati, (ormai risalenti al 2005) coinvolgendo gli stessi enti nell’aggiornamento. “A fine anno sono state elaborate delle bozze che ho inviato agli enti – spiega Starita – da pochi giorni sono arrivate le loro osservazioni e a brevissimo cominceremo un lavoro di discussione concreta, perché alcune di queste osservazioni sono condivisibili e meritevoli di essere accolte”.

Collaborazione nella formazione per gli operatori del settore

Ma non basta, perché il Vicepresidente CAI ha anche invitato gli enti autorizzati a collaborare nell’attività formativa per gli operatori del settore, che, sottolinea “ritengo essere un investimento importantissimo: nel triennio voglio investire molto nella formazione perché dobbiamo rafforzare la cultura delle adozioni e il senso di un sistema unitario, che deve avere la consapevolezza del fine a cui tende. A questo proposito nel 2021 […] puntiamo a fare un’intensa attività formativa in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione non solo per i docenti ma anche per i rappresentanti degli studenti e dei genitori. Dobbiamo ripartire necessariamente dalla scuola, che è il primo momento in cui un bambino o un ragazzo adottato si sente accolto e comincia a sentirsi parte della nuova comunità in cui vive”.

Contributi straordinari per gli enti

Tra i temi toccati nell’intervista anche il difficile momento economico in cui versano gli enti, che a causa dell’emergenza sanitaria, hanno visto contrarre la propria attività a fronte di ingenti costi da sostenere.

Proprio a questo proposito, commenta Starita “vi è stata una risposta importante da parte della Ministra Bonetti con il decreto che prevede, in caso di sussistenza di determinati requisiti, un contributo straordinario fino a 50mila euro per ente. Questa  previsione verrà ulteriormente prorogata, visto il prolungarsi dello stato di pandemia, e valuteremo anche se sarà possibile qualche correttivo per far sì che il contributo possa essere ancora più importante”.

La lunga attesa delle famiglie

Infine l’annoso problema delle tante famiglie in attesa di partire per conoscere o abbracciare il proprio figlio. La pandemia ha infatti in molti casi cristallizzato le procedure adottive di molti Paesi ed allungato enormemente i tempi di attesa per genitori e bambini. La CAI è stata sempre presente per cercare di risolvere al meglio ogni situazione, anche con interventi “tailor made”.

In questa fase di emergenza non posso fare a meno di ringraziare fortemente gli enti autorizzati per l’attività che stanno svolgendo nei vari Paesi e le nostre Rappresentanze diplomatiche che hanno fatto e stanno facendo un lavoro straordinario – commenta Starita – […] Colgo l’occasione, altresì, per ringraziare i Consiglieri Bardini e De Benedictis del MAECI. […] Abbiamo progressivamente riavviato relazioni con moltissime Autorità Centrali rappresentando la richiesta di adattare il sistema delle adozioni alle esigenze imposte dalla pandemia. Abbiamo trovato risposte diverse. La Colombia, ad esempio, ha accettato che le udienze si svolgessero in modalità a distanza, altri Paesi hanno accettato che la conoscenza del minore avvenisse con video chiamate a distanza, altri ancora sono rimasti ancorati alle procedure pre-pandemiche, sospendendo addirittura gli iter adottivi in attesa del rilascio dei visti di ingresso, come la Federazione Russa e la Cina – continua il Vicepresidente Ci è ben noto il dolore delle famiglie che sono in attesa, non solo del figlio desiderato ma del bambino a loro già abbinato. Stiamo moltiplicando gli sforzi ad ogni livello affinché queste porte si possano aprire. La speranza è che queste prassi che si sono già instaurate in alcuni Paesi possano diffondersi e diventare permanenti: è ovvio che il contatto diretto della coppia con il bambino è insostituibile, ma se con la tecnologia può essere anticipato a distanza o trovare una sua continuità nel tempo tra un viaggio e l’altro… ne trarrebbero giovamento i bambini e i genitori”.

Fanno parte del network LIAN: Ai.Bi. – Amici dei Bambini; Ariete Onlus; ASA Onlus; CIFA Onlus; Fondazione Patrizia Nidoli.