Violazioni senza fine: presi di mira anche ospedali e cliniche

ospedali siriaDal nostro inviato (Luigi Mariani) – Si pensava che l’espressione “sparare sulla Croce Rossa” fosse solo un modo per indicare, attraverso un’immagine paradossale, un accanimento eccessivo nei confronti di qualcuno già in difficoltà. Invece in Siria, oggi, questo accade per davvero.

A ulteriore dimostrazione della totale assenza di rispetto delle regole del diritto internazionale umanitario, giunge un rapporto della ong americana Physicians for Human Rights (PHR), rilasciato mercoledì 14 maggio, che denuncia come anche i medici, in Siria, siano diventati ormai obiettivo di guerra. Soprattutto da parte del governo, ma anche delle forze di opposizione.

Il PHR ha anche pubblicato una mappa consultabile online, dove sono segnalati gli attacchi sferrati in tutto il paese alle strutture mediche dall’inizio del conflitto: tra queste, c’è anche un ospedale da campo allestito a Taftanaz, un villaggio dove è situata una delle cliniche che Amici dei Bambini oggi supporta attraverso la fornitura di medicinali e attrezzature mediche. Diverse altre risultano essere state colpite nell’area dove Ai.Bi. è presente con i propri progetti di assistenza alla popolazione locale.

Secondo PHR, l’attacco sistematico agli ospedali e alle cliniche sembra essere diventato una vera e propria “arma di guerra”: stando al rapporto, negli ultimi tre anni sarebbero state 124 le strutture colpite o danneggiate, e 460 le vittime, fra medici e professionisti del settore, di cui circa il 41% a causa delle esplosioni, il 31% per i colpi dei cecchini, il 13% per tortura.

In un contesto di questo genere, con un sistema sanitario già al collasso, diventa di vitale importanza rispondere a questa emergenza facendo quanto possibile per sostenere le strutture mediche rimaste e quelle improvvisate, dove si assistono i feriti e – più in generale – tutte le persone che patiscono le conseguenze della guerra, a livello sia fisico, che psicologico. Ai.Bi. ha già cominciato a provvedere quanto necessario a quattro cliniche presenti nel governatorato di Idlib, in particolare fornendo strumenti e medicinali di pronto soccorso (come bende e disinfettanti) e prodotti da banco (per lo più antidolorifici).

Questi centri hanno però bisogno di supporto costante, anche per la loro gestione d’insieme: per questo motivo, nei prossimi mesi Ai.Bi. cercherà di garantirne un adeguato funzionamento, ad esempio attraverso l’erogazione dell’energia necessaria a utilizzare i macchinari e le lampade per le operazioni chirurgiche. Nella speranza che nessun attacco missilistico vanifichi il lavoro fatto per sostenere la popolazione siriana più vulnerabile.

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.