Voglio accogliere una mamma e un bambino profughi: devo rivolgermi alla sede Ai.Bi. più vicina?

Buongiorno,

sono un ingegnere, vivo a Roma con il mio compagno (non siamo sposati) e abbiamo un figlio di 3 anni. Da qualche tempo, sull’onda emotiva e di interesse provocata dalle continue notizie relative all’emergenza profughi, abbiamo un forte desiderio: quello di aiutare una donna e un suo bambino profughi. Vorrei sapere se il mio nucleo familiare abbia le “caratteristiche” per poter accogliere una mamma con il suo bambino e se ci sia effettivamente la possibilità di ospitarli. Il nostro desiderio è quello di offrire loro un contributo morale e affettivo concreto: un letto, un tetto, una cucina, dei giochi, una tv per svagarsi, un divano per fare due chiacchiere e ascoltare le loro storie e necessità e, non ultimo, un aiuto per trovare un lavoro alla donna.

A questo proposito vi chiedo due cose. Per poter ospitare una mamma e il suo bambino profughi mi devo rivolgere alla vostra sede di Roma? Non siamo una famiglia ricca, pertanto il nostro contributo può essere più affettivo che economico: è un limite, questo, alla possibilità di accogliere?

Grazie,

Valentina

 

sonia albini 2 400 286Cara Valentina,

innanzitutto grazie per la sua sensibilità e generosità. Rispondo con ordine alle sue due domande.

Per offrire la propria disponibilità all’accoglienza di una mamma con un bambino profughi non è necessario recarsi fisicamente nelle sedi di Ai.Bi. Come primo passaggio si dovrebbe compilare l’apposito form sul nostro sito. Fatto questo, sarà nostro compito inviare una e-mail alla famiglia per richiedere informazioni aggiuntive, come le caratteristiche e la composizione del nucleo familiare e le eventuali pregresse esperienze di accoglienza di minori. Agli aspiranti genitori affidatari si chiede anche a quale tipo di accoglienza sarebbero disponibili: un solo  minore straniero non accompagnato, un gruppo di fratelli, un minore con disabilità, un nucleo mamma-bambino? Infine, il nominativo della famiglia viene inserito in un database con tutte le altre disponibilità. È a questo punto che entra in gioco la sede Ai.Bi. più vicina a casa vostra: saranno i nostri operatori in loco, infatti, a contattarvi per invitarvi a partecipare ai corsi di formazione per aspiranti coppie affidatarie. Compiuto quest’ultimo passaggio, si dovrà attendere il via libera per l’affido.

Per quanto riguarda l’adeguatezza di una famiglia per l’affido, questa dipende da una serie di fattori che Ai.Bi. valuta attentamente caso per caso. In generale, accordiamo una sorta di precedenza a quelle coppie che hanno già avuto esperienza di affido o di adozione.

Riguardo alla seconda domanda, le condizioni economiche della famiglia accogliente non sono di per sé un discrimine per la concessione dell’affido. Occorre tenere presente, comunque, che l’accoglienza di una mamma con un bambino comporta delle necessità non solo affettive, ma anche materiali di una certa rilevanza. Eventuali contributi alla famiglia affidataria e il loro importo dipendono dalla disponibilità delle singole prefetture.

Un caro saluto,

 

Sonia Albini

Area Italia di Ai.Bi.