Volontariato d’impresa. Cisco al fianco di Ai.Bi. per generare valore, relazioni e accoglienza!

Con Cisco l’accoglienza si fa in 4… x7. Ventotto, infatti, sono i dipendenti della nota multinazionale americana diventati volontari per aiutare Ai.Bi. a riaprire le porte di Casa Angela così da accogliere due nuovi nuclei mamma-bambino in situazione di fragilità

Casa Angela è un alloggio di semiautonomia dove mamme in difficoltà vivono insieme ai loro bambini. La struttura prende il nome dalla signora Angela, una sostenitrice dell’associazione che ha deciso di lasciare un testamento a sostegno dei progetti di accoglienza e protezione per mamme e bambini. In poco più di dieci anni, casa Angela ha restituito la speranza a molte mamme e bambini che tra le sue mura hanno trovato un po’ di serenità.
A breve, grazie anche all’impegno di CISCO e del volontariato d’impresa, le sue porte torneranno ad aprirsi per accogliere due nuovi nuclei mamma-bambino in situazione di fragilità familiare, economica e abitativa, per un totale di 6 persone. A loro sarà garantita, oltre all’accoglienza residenziale, un percorso di accompagnamento personalizzato volto a ricostruire dinamiche familiari positive ed essere accompagnati verso l’autonomia.
Prima di poter concretamente partire, però, il nuovo progetto di accoglienza ha richiesto dei lavori di manutenzione per sanificare gli ambienti, imbiancare e allestire l’alloggio. Attività che sono state svolte grazie al volontariato aziendale.
In tempo record, infatti, l’azienda Cisco ha risposta alla chiamata di aiuto di Ai.Bi. e di AIBC (la cooperativa sociale di Ai.Bi. che gestisce le case mamma-bambino) organizzando tre intense giornate di volontariato d’impresa nelle quali 28 dipendenti hanno lavorato duramente per sanificare, ritinteggiare, pulire e arredare gli spazi di Casa Angela al fine di renderli idonei ad accogliere due nuove famiglie.

In Cisco il volontariato d’impresa è di casa

Già ad aprile 2022 CISCO era scesa in campo al fianco di Ai.Bi. per sostenere la popolazione ucraina in fuga dalla guerra: oltre 30 dipendenti si erano infatti adoperati per allestire a tempo record il primo Pan di Zucchero della Pace di Ai.Bi., nato a Mulazzano, per accogliere e sostenere le famiglie in fuga dalla guerra. Pochi mesi dopo l’esperienza si è ripetuta con il secondo Pan di Zucchero della Pace, nato ad Agrate Brianza: ennesima dimostrazione di come, realmente, il volontariato d’impresa generi valori, relazioni e, soprattutto, accoglienza!

Tutti i servizi della Family House di Ai.Bi.

Casa Angela rientra tra i servizi di accoglienza residenziali dalla Family House, una palazzina disabitata da anni, nel sud est milanese, che è oggi l’unica realtà ad alta specializzazione in Italia e in Europa in grado di curare il male di chi ha perso o rischia di perdere la propria famiglia per scoprire o far ritornare la gioia dell’accoglienza. Un luogo dove le mamme e i bambini vulnerabili possono trovare una casa, ascolto e protezione.
Oltre a casa Angela, la Family House ospita al suo interno le Comunità Mamma – Bambino “Casa Irene” e “Casa Caterina”; l’appartamento di semi-autonomia “Casa Aurora” e quello di alta autonomia “Gioia”, per preparare le mamme in uscita dalle comunità all’inserimento autonomo nella società. Tre diverse tipologie di strutture che fanno riferimento a tre differenti fasi dell’accoglienza: dalla protezione e il sostegno totali, all’autonomia vera e propria.
Al piano terra della Family House si trova anche un Consultorio familiare e centro di formazione e uno “spazio neutro” che agevola e permette l’incontro fra il minore e il proprio parente in un ambiente assolutamente familiare, ma dotato delle più efficaci garanzie di sicurezza. All’esterno della Family House è stata, invece, allestita una culla termica per accogliere i bambini abbandonati, realizzata secondo i più recenti accorgimenti per consentire un’accoglienza di emergenza.
A oggi si contano più di 300 nuclei mamma-bambino accolti in tutte le strutture di accoglienza di Ai.Bi. e AIBC, tra cui la Family House. Tante mamme grazie all’ascolto, al sostegno, all’accompagnamento e all’aiuto ricevuto hanno potuto sconfiggere il dramma dell’abbandono e costruirsi ali forti per loro stesse e per i loro bambini.