“L’importante è che gli ucraini aiutino gli ucraini”

blog 14042015Con Masha la nostra responsabile progetti a Kiev, stavamo leggendo e commentando l’intervista che la responsabile dell’Ufficio ONU per il coordinamento delle questioni umanitarie in Ucraina Barbara Manzi rilasciava alla testata ucraina Segodnya.

Una voce autorevole e importante quella della Manzi, che porta, nonostante rappresenti il maggiore organo al mondo deputato in pratica alla supporto di popolazioni in gravi crisi umanitarie, dati e risultati non incoraggianti per ciò che concerne la crisi in atto in Ucraina.
Il primo dato è che esiste un gap umanitario di grandissime dimensioni cui anche l’ONU non può far fronte in mood autonomo e completo.
Manzi valuta in 5 milioni le persone bisognose nel paese che comprendono non solo gli sfollati interni( ormai più di un milione), ma anche e sempre di più coloro che hanno accolto i profughi e che hanno messo a disposizione i loro beni. L’ONU potrà far fronte a non più di 3.2 milioni di persone partendo da coloro che sono rimasti sotto i bombardamenti nella zone dove si consumavano i bombardamenti. “Non hanno case, solo rifugi, non hanno elettricità, cibo normale e acqua, mancano presidi igienici e sanitari. Ci sono bambini piccoli, che hanno vissuto sotto un bombardamento la maggior parte della loro vita”.
Abbiamo già scritto di quanti soldi mancano per rispondere alle necessità. Al momento la Manzi conferma la possibilità di intervenire solo con $26 milioni a fronte dei $316 programmati. Soltanto per rispondere alle necessità di alimentazione che al momento è assicurata direttamente o tramite i voucher a 100mila persone al mese, ci vorrebbero più di 4 volte il denaro adesso disponibile poiché sarebbero almeno mezzo milione di persone a dove essere raggiunte. Adesso ci sono $16 milioni dei $65 necessari.
L’acqua è un tema che preoccupa molto i prossimi mesi. E’ necessario garantire l’accesso all’acqua potabile, non solo per l’uso diretto, ma anche per cucinare, per preparare il latte in polvere per i bambini 0-3 anni che rimane una delle fasce della popolazione più vulnerabile. Nei mesi invernali la neve sopperiva, ma con l’avvicinarsi dei mesi estivi c’è un rischio reale che si cominci ad usare acqua non idonea e sicura, specie nelle zone dove le infrastrutture sono più compromesse a causa dei passati bombardamenti, alzando il rischio epidemie. ”Adesso ci sono solo $2 milioni sui $48 milioni necessari per i progetti legati all’acqua e igiene”.
C’è bisogno di aiuto. Molto è stato fatto, ma molto resta da fare e come al solito la comunicazione gioca un ruolo determinante “Purtroppo della crisi umanitaria in Ucraina non si sa’ tanto. Molti parlano dell’aspetto politico, dei militari, delle questioni di sicurezza, ma le sofferenze delle persone restano in ombra!” dice la Manzi. Non si parla più di Ucraina. O meglio non se parla più in Italia e forse in Europa. In Ucraina se ne parla ancora tanto anche dopo il secondo accordo di Minsk. Questa intervista rilasciata ne è la riprova. Ma i bisogni sono aumentati!
L’Ucraina sembra non essere più alla ribalta, non sembra più essere degna degli onori delle cronache per il cessate il fuoco che però non ha fatto scaturire la “cessazione dell’emergenza”.

Molto difficile fare raccolta fondi in questo periodo dice la Manzi “Nel mondo i richiami sono aumentati. Tutti hanno bisogno d’aiuto e di soldi. Non significa che l’Ucraina sia meno importante di Siria o stati di Africa Centrale, dell’emergenza Ebola, ma è davvero difficile”.
Ma continua la Manzi “è compito dei mass-media anzitutto far conoscere in tutto il mondo il problemi e le storie. Come quello di Sasha, 1 anno e 6 mesi orfano di entrambe i genitori e di sua nonna senza pensione e residenti in un riugio”.
I beneficiari dell’intervento rimangono sempre gli stessi: anzitutto bambini, anziani, famiglie multiple, ragazze madri o famiglie che hanno perso la possibilità di lavorare. E ciascuno ha bisogno a suo modo. Non dimentichiamo i disabili, feriti, persone con malattie come AIDS, cancro, persone che hanno perso lavoro, persone private dei pagamenti sociali.
La Manzi conferma quanto sia importante per gli interventi diretti, per la comunicazione, per il fundraising, la collaborazione fino adesso trovata dalle organizzazioni umanitarie volontarie e sociali, spesso delle stesse persone ucraine singole e isolate. Il coordinamento che con loro si è trovato ha aiutato e sta aiutando ad aggiornare le emergenze man mano che si soddisfano le necessità.

Il governo ucraino ha e deve avere il peso maggiore nella soluzione della crisi, sia prevedendo gli strumenti e i mezzi finanziari nel budget dello Stato, sia lavorando per ridurre gli ostacoli burocratici con la zone fuori dal controllo governativo. L’Onu si dice disponibile a collaborare per sensibilizzare il governo sul fatto che qualsiasi mancanza di trasparenza e fluidità nei rapporti con la zona fuori controllo ha delle ripercussioni sui civili e questo è da impedire.

Dalle parole della Manzi ci sembra emerga il fatto che questo collaborazione è necessaria anche e soprattutto dai partner ucraini che sono al momento tanti e tutti importanti. La risoluzione della crisi è e sarà sempre di più un impegno comune di tutti gli ucraini senza i quali le organizzazioni internazionali non potranno fare molto di più.

Il segreto del successo è l’unione degli sforzi.

 

Stefano Marchi

 

 

 

Ai.Bi. ha lanciato la campagna Emergenza Minori Ucraina per garantire cibo, salute e gioco a 8.000 bambini ucraini. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.