Mese: Settembre 2014

Condannati a non scegliere l’adozione internazionale

Quanto costa un figlio in fecondazione eterologa? Perché non destinare la stessa cifra per rimuovere la sterilità di matrice economica?  Perché lo Stato non sostiene anche le coppie che vogliono adottare? Non è forse questo diverso trattamento una forma di discriminazione tra tutti coloro che nutrono il medesimo desiderio di mettere al mondo un bambino, e hanno – per dirla con la Corte Costituzionale – lo stesso diritto «incoercibile» di avere figli? A questi quesiti prova a rispondere Francesco Ognibene in un interessante articolo pubblicato su Avvenire del 26 settembre 2014, di cui riportiamo di seguito ampi stralci.

Ecco perché l’adozione internazionale deve essere gratuita: i principi della riforma presentati in occasione dell’Open Day. Come l’eterologa ha cambiato il volto dell’adozione

I principi ispiratori della riforma dell’adozione internazionale saranno presentati nelle giornate del 27 e 28 settembre in tutte le sedi italiane e in alcuni spazi famiglia di Ai.Bi., in occasione dell’Open Day nazionale di Amici dei Bambini. Come sarà la nuova adozione internazionale? Accompagnata, solidale, gratuita. A denunciare l’urgenza della riforma è una crisi del sistema delle adozioni internazionali nota da troppo tempo, per la quale ancora nulla di concreto è stato fatto.

Africa: AIDS + Ebola: servono 16 milioni di adozioni internazionali. Ma dove trovare così tante famiglie?

Fra adozione nazionale e internazionale, sono solo 260mila le adozioni realizzate ogni anno nel mondo, circa 12 bambini ogni 100mila persone. Per comprendere l’esiguità del dato basta leggere i numeri drammatici del Rapporto dell’ECOSOC (Comitato economico e sociale) dell’ONU, pubblicato  nel 2009 (fino ad oggi rimasto nell’oblio), in cui si rivela una realtà sconcertante: servono 15 milioni e 600 mila adozioni in tutto il mondo per garantire una famiglia ai bambini orfani di Aids. Nel solo continente africano ne servono 7.7 milioni, cui si aggiungono le migliaia di bambini rimasti orfani negli ultimi mesi a causa del virus ebola. Piccoli che una volta rimasti orfani, sono rifiutati anche dagli altri familiari.